Page 768 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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rimettersi in lui. Furono questi stimoli molto gagliardi a far che Andrea si
risolvesse a pigliare quel carico, essendo egli massimamente di poco
animo. Ma questo ultimo del Francia l'indusse a risolversi affatto et ad
essere d'accordo, mediante una scritta, di tutta l'opera, perché niun altro

v'entrasse. Così dunque avendolo il frate imbarcato e datogli danari, volle
che per la prima cosa egli seguitasse la vita di San Filippo e non avesse per
prezzo da lui altro che dieci ducati per ciascuna storia, dicendo che anco
quelli gli dava di suo e che ciò faceva più per bene e commodo di lui, che

per utile o bisogno del convento. Seguitando dunque quell'opera con
grandissima diligenza, come quello che più pensava all'onore che all'utile,
finì del tutto, in non molto tempo, le prime tre storie e le scoperse: cioè in
una quando San Filippo già frate riveste quell'ignudo, nell'altra quando egli

sgridando alcuni giuocatori che biastemmano Dio e si ridevano di S. Filippo,
facendosi beffe del suo ammonirgli, viene in un tempo una saetta dal cielo,
e percosso un albero dove eglino stavano sotto all'ombra, ne uccide due e
mette negl'altri incredibile spavento: alcuni con le mani alla testa si

gettano sbalorditi innanzi et altri si mettono gridando in fuga tutti
spaventati; et una femmina, uscita di sé per lo tuono della saetta e per la
paura et in fuga tanto naturale, che pare ch'ella veramente viva; et un
cavallo scioltosi a tanto rumore e spavento, fa con i salti e con un orribile

movimento vedere quanto le cose improvise e che non si aspettino rechino
timore e spavento; nel che tutto si conosce quanto Andrea pensasse alla
varietà delle cose ne' casi che avvengono, con avvertenze certamente belle
e necessarie a chi esercita la pittura. Nella terza fece quando S. Filippo

cava gli spiriti da dosso a una femmina, con tutte quelle considerazioni che
migliori in sì fatta azzione possono immaginarsi. Onde recarono tutte
queste storie ad Andrea onore grandissimo e fama; perché inanimito
seguitò di fare due altre storie nel medesimo cortile: in una faccia è San

Filippo morto e i suoi frati intorno che lo piangono, et oltre ciò, un putto
morto che toccando la bara dove è S. Filippo, risuscita; onde vi si vede
prima morto e poi risuscitato e vivo con molto bella considerazione e
naturale e propria. Nell'ultima da quella banda figurò i frati che mettono la

veste di San Filippo in capo a certi fanciulli; et in questa ritrasse Andrea
della Robbia scultore in un vecchio vestito di rosso, che viene chinato e con
una mazza in mano. Similmente vi ritrasse Luca suo figliuolo sì come
nell'altra già detta, dove è morto San Filippo, ritrasse Girolamo pur figliuolo

d'Andrea, scultore e suo amicissimo, il quale è morto, non è molto, in
Francia. E così, dato fine al cortile di quella banda, parendogli il prezzo
poco e l'onore troppo, si risolvé licenziare il rimanente dell'opera,
quantunque il frate molto se ne dolesse, ma per l'obbligo fatto non volle

disobligarlo, se Andrea non gli promisse prima fare due altre storie a suo
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