Page 780 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Lisabetta, che è in chiesa a man ritta sopra il presepio, per finimento d'una
tavoletta antica, ma ancora in una tela non molto grande una bellissima
testa d'un Cristo, alquanto simile a quella che è sopra l'altare della
Nunziata, ma non sì finita; la qual testa, che invero si può annoverare fra le
buone cose che uscissero delle mani d'Andrea, è oggi nel monasterio de'
monaci degl'Angeli di Firenze, appresso il molto reverendo padre don
Antonio da Pisa, amator non solo degl'uomini eccellenti nelle nostre arti,
ma generalmente di tutti i virtuosi. Da questo quadro ne sono stati ricavati
alcuni; per che avendolo don Silvano Razzi fidato a Zanobi Poggini pittore,
acciò uno ne ritraesse a Bartolomeo Gondi, che ne lo richiese, ne furono
ricavati alcuni altri, che sono in Firenze tenuti in somma venerazione. In
questo modo adunque passò Andrea senza pericolo il tempo della peste e
quelle donne ebbero dalla virtù di tanto uomo quell'opera, che può stare al
paragone delle più eccellenti pitture che siano state fatte a' tempi nostri;
onde non è maraviglia se Ramazzotto, capo di parte a Scaricalasino, tentò
per l'assedio di Firenze più volte d'averla, per mandarla a Bologna in San
Michele in Bosco alla sua capella. Tornato Andrea a Firenze, lavorò a
Becuccio Bicchieraio da Gambassi, amicissimo suo, in una tavola una
Nostra Donna in aria col Figliuolo in collo, et abbasso quattro figure, San
Giovanni Battista, S. Maria Madalena, S. Bastiano e San Rocco; e nella
predella ritrasse di naturale esso Becuccio e la moglie, che sono vivissimi.
La quale tavola è oggi a Gambassi, castello fra Volterra e Fiorenza nella
Valdelsa. A Zanobi Bracci per una capella della sua villa di Rovezzano fece
un bellissimo quadro di una Nostra Donna, che allatta un Putto, et un
Giuseppo con tanta diligenza che si staccano, tanto hanno rilievo, dalla
tavola. Il quale quadro è oggi in casa di Messer Antonio Bracci, figliuolo di
detto Zanobi. Fece anco Andrea nel medesimo tempo e nel già detto cortile
dello Scalzo, due altre storie; in una delle quali figurò Zacheria che sacrifica
et ammutolisce nell'apparirgli l'Angelo; nell'altra è la Visitazione di Nostra
Donna, bella a maraviglia.
Federigo Secondo duca di Mantoa, nel passare per Fiorenza, quando andò
a far reverenza a Clemente Settimo, vide sopra una porta, in casa Medici,
quel ritratto di papa Leone in mezzo al cardinale Giulio de' Medici et al
cardinale de' Rossi, che già fece l'eccellentissimo Raffaello da Urbino; per
che, piacendogli straordinariamente, pensò, come quello che si dilettava di
così fatte pitture eccellenti, farlo suo. E così quando gli parve tempo,
essendo in Roma, lo chiese in dono a papa Clemente, che gliene fece
grazia cortesemente; onde fu ordinato in Fiorenza a Ottaviano de' Medici,
sotto la cui cura e governo erano Ippolito et Alessandro, che incassatolo, lo
facesse portare a Mantoa. La qual cosa dispiacendo molto al Magnifico
Ottaviano, che non arebbe voluto privar Fiorenza d'una sì fatta pittura, si