Page 831 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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che par che rida e tutto sia festoso in veder così bel giovinetto. Èvvi anco
un putto a cavallo sopra un orso bellissimo, e molti altri graziosi e belli
ornamenti a torno. Nell'altro è un Cupido e Venere con altre belle figure.
Ma quello in che pose il Rosso grandissimo studio fu il Cupido: perché finse

un putto di dodici anni, ma cresciuto e di maggiori fattezze che di quella
età non si richiede, et in tutte le parti bellissimo. Le quali opere vedendo il
re, e piacendogli sommamente, pose al Rosso incredibile affezione, onde
non passò molto, che gli diede un canonicato nella santa capella della

Madonna di Parigi, et altre tante entrate et utili, che il Rosso con buon
numero di servidori e di cavalli viveva da signore e facea banchetti e
cortesie straordinarie a tutti i conoscenti et amici, e massimamente ai
forestieri italiani, che in quelle parti capitavano. Fece poi un'altra sala,

chiamata il Padiglione, perché è sopra il primo piano delle stanze di sopra,
che viene a essere l'ultima sopra tutte l'altre et in forma di padiglione, la
quale stanza condusse dal piano del pavimento fino agl'arcibanchi, con
varii e belli ornamenti di stucchi, e figure tutte tonde spartite con egual

distanza, con putti, festoni e varie sorti d'animali. E negli spartimenti de'
piani n'è una figura a fresco a sedere, in sì gran numero, che in essi si
veggiono figurati tutti gli dèi e dee degl'antichi e gentili; e nel fine sopra le
finestre è un fregio tutto ornato di stucchi e ricchissimo, ma senza pitture.

Fece poi in molte camere, stufe et altre stanze, infinite opere pur di stucchi
e di pitture, delle quali si veggiono alcune ritratte e mandate fuora in
stampe, che sono molto belle e graziose; sì come sono ancora infiniti
disegni che il Rosso fece di saliere, vasi, conche et altre bizzarrie, che poi

fece fare quel re tutti d'argento, le quali furono tante che troppo sarebbe di
tutte voler far menzione. E però basti dire che fece disegni per tutti i vasi
d'una credenza da re, e per tutte quelle cose, che per abigliamenti di
cavalli, di mascherate, di trionfi e di tutte l'altre cose che si possono

immaginare; e con sì strane e bizzarre fantasie, che non è possibile far
meglio. Fece quando Carlo Quinto imperadore andò l'anno 1540 sotto la
fede del re Francesco in Francia, avendo seco non più che dodici uomini, a
Fontanableò la metà di tutti gl'ornamenti, che fece il re fare per onorare un

tanto imperadore; e l'altra metà fece Francesco Primaticcio bolognese. Ma
le cose che fece il Rosso d'archi, di colossi, altre cose simili, furono, per
quanto si disse allora, le più stupende che da altri insino allora fussero
state fatte mai. Ma una gran parte delle stanze, che il Rosso fece al detto

luogo di Fontanableò, sono state disfatte dopo la sua morte dal detto
Francesco Primaticcio, che in quel luogo ha fatto nuova e maggior fabrica.

Lavorarono con il Rosso le cose sopradette di stucco e di rilievo, e furono
da lui sopra tutti gl'altri amati, Lorenzo Naldino fiorentino, maestro
Francesco d'Orliens, maestro Simone da Parigi e maestro Claudio
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