Page 836 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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ridere chi ha più voglia di piagnere. Insomma non è chiesa, né strada in
Bologna, che non abbia qualche imbratto di mano di costui. In Roma
ancora dipinse assai; et a Lucca in San Friano una capella con strane e
bizzarre fantasie, e con alcune cose degne di lode come sono le storie della

Croce et alcune di Santo Agostino, nelle quali sono infiniti ritratti di persone
segnalate in quella città. E per vero dire questa fu delle migliori opere, che
maestro Amico facesse mai a fresco, di colori. Et anco in San Iacopo di
Bologna, all'altare di San Nicola, alcune storie di quel Santo, et un fregio da

basso con prospettive, che meritan di esser lodate. Quando Carlo Quinto
imperador andò a Bologna, fece Amico alla porta del palazzo un arco
trionfale, nel quale fece Alfonso Lombardi le statue di rilievo. Né è
maraviglia che quella d'Amico fusse più pratica che altro, perché si dice

che, come persona astratta che egli era e fuor di squadra dall'altre, andò
per tutta Italia disegnando e ritraendo ogni cosa di pittura e di rilievo, e
così le buone come le cattive; il che fu cagione, che egli diventò un
praticaccio inventore. E quando poteva aver cose da servirsene vi metteva

su volentieri le mani; e poi, perché altri non se ne servissi, le guastava. Le
quali fatiche furono cagione, che egli fece quella maniera così pazza e
strana. Costui venuto finalmente in vecchiezza di settanta anni, fra per
l'arte e la stranezza della vita, bestialissimamente impazzò; onde Messer

Francesco Guicciardino, nobilissimo fiorentino e veracissimo scrittore delle
storie de' tempi suoi, il quale era allora governatore di Bologna, ne pigliava
non piccolo piacere insieme con tutta la città. Nondimeno credono alcuni,
che questa sua pazzia fusse mescolata di tristizia, perché avendo venduto

per piccol prezzo alcuni beni mentre era pazzo et in estremo bisogno, gli
rivolle, essendo tornato in cervello, e gli riebbe con certe condizioni, per
avergli venduto, diceva egli, "quando ero pazzo"; tuttavia, perché può anco
essere altrimenti, non affermo che fusse così, ma ben dico che così ho

molte volte udito raccontare. Attese costui anco alla scultura, e come
seppe il meglio fece di marmo in San Petronio, entrando in chiesa a man
ritta, un Cristo morto e Nicodemo, che lo tiene, della maniera che sono le
sue pitture. Dipigneva Amico con amendue le mani a un tratto, tenendo in

una il pennello del chiaro e nell'altra quello dello scuro; ma quello che era
più bello e da ridere si è che, stando cinto, aveva intorno intorno piena la
coreggia di pignatti pieni di colori temperati, di modo che pareva il diavolo
di San Macario con quelle sue tante ampolle. E quando lavorava con

gl'occhiali al naso arebbe fatto ridere i sassi, e massimamente se si
metteva a cicalare, perché chiacchierando per venti, e dicendo le più
strane cose del mondo, era uno spasso il fatto suo. Vero è che non usò mai
di dir bene di persona alcuna, per virtuosa o buona ch'ella fusse, o per

bontà che vedesse in lei di natura o di fortuna. E come si è detto fu tanto
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