Page 837 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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vago di gracchiare e dir novelle, che avendo una sera un pittor bolognese
in sull'Ave Maria compero cavoli in piazza, si scontrò in Amico, il quale con
sue novelle, non si potendo il povero uomo spiccare da lui, lo tenne sotto
la loggia del podestà a ragionamento con sì fatte piacevoli novelle tanto
che, condottisi fin presso a giorno, disse Amico all'altro pittore: "Or va,
cuoci il cavolo, che l'ora passa".
Fece altre infinite burle e pazzie, delle quali non farò menzione, per essere
oggimai tempo che si dica alcuna cosa di Girolamo da Cotignuola, il quale
fece in Bologna molti quadri e ritratti di naturale, ma fra gl'altri, due che
sono molto belli, in casa de' Vinacci. Ritrasse dal morto monsignor de Fois,
che morì nella rotta di Ravenna, e non molto dopo fece il ritratto di
Massimiliano Sforza. Fece una tavola in San Giuseppe, che gli fu molto
lodata; et a San Michele in Bosco la tavola a olio che è alla cappella di San
Benedetto, la quale fu cagione che con Biagio Bolognese egli facesse tutte
le storie che sono intorno alla chiesa, a fresco imposte et a secco lavorate;
nelle quali si vede pratica assai, come nel ragionare della maniera di Biagio
si è detto. Dipinse il medesimo Girolamo in Santa Colomba di Rimini, a
concorrenza di Benedetto da Ferrara e di Lattanzio, un'ancona, nella quale
fece una Santa Lucia più tosto lasciva, che bella; e nella tribuna maggiore
una coronazione di Nostra Donna con i dodici Apostoli e quattro
Evangelisti, con teste tanto grosse e contrafatte, che è una vergogna
vederle. Tornato poi a Bologna, non vi dimorò molto che andò a Roma,
dove ritrasse di naturale molti signori, e particolarmente papa Paulo Terzo.
Ma vedendo che quel paese non faceva per lui, e che male poteva
acquistare onore, utile, o nome fra tanti pittori nobilissimi, se n'andò a
Napoli, dove trovati alcuni amici suoi che lo favorirono, e particolarmente
Messer Tommaso Cambi mercatante fiorentino, delle antiquità de' marmi
antichi e delle pitture molto amatore, fu da lui accomodato di tutto quello
che ebbe di bisogno. Perché messosi a lavorare, fece in Monte Oliveto la
tavola de' Magi a olio, nella capella di un Messer Antonello vescovo di non
so che luogo; et in Santo Aniello in un'altra tavola a olio la Nostra Donna,
San Paulo e San Giovambatista; et a molti signori, ritratti di naturale. E
perché vivendo con miseria, cercava di avanzare, essendo già bene in là
con gl'anni, dopo non molto tempo, non avendo quasi più che fare in
Napoli, se ne tornò a Roma. Per che avendo alcuni amici suoi inteso che
aveva avanzato qualche scudo, gli persuasero che per governo della
propria vita, dovesse tor moglie. E così egli, che si credette far bene, tanto
si lasciò aggirare, che dai detti, per commodità loro, gli fu messa a canto
per moglie una puttana che essi si tenevano. Onde sposata che l'ebbe, e
giaciuto che si fu con esso lei, si scoperse la cosa con tanto dolore di quel
povero vecchio, che egli in poche settimane se ne morì d'età d'anni 69.