Page 834 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI BARTOLOMEO DA BAGNACAVALLO ET ALTRI PITTORI
ROMAGNUOLI
Certamente che il fine delle concorrenzie nelle arti, per la ambizione della
gloria, si vede il più delle volte esser lodato; ma s'egli avviene che da
superbia e da presumersi chi concorre meni alcuna volta troppa vampa di
sé, si scorge in ispazio di tempo quella virtù che cerca, in fumo e nebbia
risolversi; atteso che mal può crescere in perfezzione chi non conosce il
proprio difetto e chi non teme l'operare altrui; però meglio si conduce ad
augumento la speranza degli studiosi timidi, che sotto colore d'onesta vita
onorano l'opere de' rari maestri, e con ogni studio quelle imitano, che
quella di coloro che hanno il capo pieno di superbia e di fumo, come
ebbero Bartolomeo da Bagnacavallo, Amico Bolognese, Girolamo da
Codignuola et Innocenzio da Imola pittori: perché essendo costoro in
Bologna in un medesimo tempo, s'ebbero l'uno all'altro quell'invidia, che si
può maggiore imaginare. E, che è più, la superbia loro e la vanagloria, che
non era sopra il fondamento della virtù collocata, li deviò dalla via buona;
la quale all'eternità conduce coloro che più per bene operare che per gara
combattono. Fu dunque questa cosa cagione che a' buoni principii che
avevano costoro non diedero quello ottimo fine che s'aspettava. Conciò sia
che il presumersi d'essere maestri li fece troppo discostarsi dal buono.
Era Bartolomeo da Bagnacavallo venuto a Roma, ne' tempi di Raffaello, per
aggiugnere con l'opere, dove con l'animo gli pareva arrivare di perfezzione.
E come giovane, ch'aveva fama in Bologna per l'aspettazione di lui, fu
messo a fare un lavoro nella chiesa della Pace di Roma, nella cappella
prima a man destra entrando in chiesa, sopra la cappella di Baldassar
Perucci sanese. Ma non gli parendo riuscire quel tanto, che di sé aveva
promesso, se ne tornò a Bologna, dove egli et i sopra detti fecero a
concorrenza l'un dell'altro in San Petronio, ciascuno una storia della vita di
Cristo e della madre alla capella della Madonna, alla porta della facciata
dinanzi a man destra entrando in chiesa, fra le quali poca differenza di
perfezzione si vede dall'una all'altra. Per che Bartolomeo acquistò in tal
cosa fama di avere la maniera più dolce e più sicura. Et avvenga che nella
storia di maestro Amico sia una infinità di cose strane, per aver figurato
nella Resurression di Cristo gl'armati con attitudini torte e rannicchiate, e
dalla lapida del sepolcro, che rovina loro addosso, stiacciati molti soldati;
nondimeno per essere quella di Bartolomeo più unita di disegno e di
colorito, fu più lodata dagli artefici. Il che fu cagione ch'egli facesse poi
compagnia con Biagio Bolognese, persona molto più pratica nella arte che