Page 897 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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possono nascere nella varietà degli ordini dell'architettura, s'inamorò di lui
per sì fatta maniera che, tiratoselo in casa, ve lo tenne onoratamente
ventun anno, ché tanto fu il rimanente della vita di Giovanmaria, il quale in
detto tempo operò molte cose con detto Messer Luigi, il quale, desideroso
di vedere l'anticaglie di Roma in fatto, come l'aveva vedute nei disegni di
Giovanmaria, menandolo seco se n'andò a Roma, dove avendo costui
sempre in sua compagnia, volle vedere minutamente ogni cosa.
Dopo tornati a Padoa, si mise mano a fare col disegno e modello di
Falconetto la bellissima et ornatissima loggia che è in casa Cornara, vicina
al Santo, per far poi il palazzo secondo il modello fatto da Messer Luigi
stesso. Nella qual loggia è sculpito il nome di Giovanmaria in un pilastro.
Fece il medesimo una porta dorica molto grande e magnifica al palazzo del
capitano di detta terra, la qual porta, per opera schietta, è molto lodata da
ognuno. Fece anco due bellissime porte della città, l'una detta di San
Giovanni, che va verso Vicenza, la quale è bella e commoda per i soldati
che la guardano, e l'altra fu porta Savonarola, che fu molto bene intesa.
Fece anco il disegno e modello della chiesa di Santa Maria delle Grazie de'
frati di San Domenico e la fondò; la quale opera, come si vede dal modello,
è tanto ben fatta e bella, che di tanta grandezza non si è forse veduto
infino a ora una pari in altro luogo. Fu fatto dal medesimo il modello d'un
superbissimo palazzo al signor Girolamo Savorgnano nel fortissimo suo
castello d'Usopo nel Friuli, che allora fu fondato tutto e tirato sopra terra;
ma morto quel signore, si rimase in quel termine senza andar più oltre, ma
se questa fabrica si fusse finita sarebbe stata maravigliosa. Nel medesimo
tempo andò Falconetto a Pola d'Istria solamente per disegnare e vedere il
teatro, amfiteatro et arco che è in quella città antichissima. E fu questi il
primo che disegnasse teatri et anfiteatri e trovasse le piante loro; e quelli
che si veggono, e massimamente quel di Verona, vennero da lui e furono
fatti stampare da altri sopra i suoi disegni. Ebbe Giovanmaria animo
grande, e come quello che non aveva mai fatto altro che disegnare cose
grandi antiche, null'altro disiderava se non che se gli presentasse occasione
di far cose simili a quelle in grandezza, e tallora ne faceva piante e disegni
con quella stessa diligenza che avrebbe fatto se si avessero avuto a
mettere in opera subitamente, et in questo, per modo di dire, tanto si
perdeva, che non si degnava di far disegni di case private di gentiluomini,
né per villa, né per le città, ancor che molto ne fusse pregato.
Fu molte volte Giovanmaria a Roma, oltre le dette di sopra; onde avea
tanto familiare quel viaggio, che per ogni leggeri occasione, quando era
giovane e gagliardo, si metteva a farlo. Et alcuni che ancor vivono
raccontano che, venendo egli un giorno a contesa con uno architetto
forestiero che a caso si trovò in Verona, sopra le misure di non so che