Page 936 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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una carta nella quale è una Sibilla a sedere che legge et un fanciullo
vestito che gli fa lume con una torcia. La qual cosa essendogli riuscita,
prese animo, tentò Ugo di far carte con stampe di legno di tre tinte. La
prima faceva l'ombra, l'altra, che era una tinta di colore più dolce, faceva

un mezzo, e la terza, graffiata, faceva la tinta del campo più chiara et i
lumi della carta bianchi; e gli riuscì in modo anco questa, che condusse una
carta dove Enea porta addosso Anchise, mentre che arde Troia. Fece
appresso un Deposto di croce e la storia di Simon Mago, che già fece

Raffaello nei panni d'arazzo della già detta capella. E similmente Davitte
che amazza Golia, e la fuga de' Filistei, di che avea fatto Raffaello il
disegno per dipignerla nelle logge papali. E dopo molte altre cose di chiaro
scuro, fece nel medesimo modo una Venere con molti amori che scherzano.

E perché, come ho detto, fu costui dipintore, non tacerò che egli dipinse a
olio senza adoperare pennello ma con le dita, e parte con suoi altri
instrumenti capricciosi, una tavola che è in Roma all'altare del Volto Santo;
la quale tavola, essendo io una mattina con Michelagnolo a udir messa al

detto altare, e veggendo in essa scritto che l'aveva fatta Ugo da Carpi
senza pennello, mostrai ridendo cotale inscrizione a Michelagnolo, il quale,
ridendo anch'esso, rispose: "Sarebbe meglio che avesse adoperato il
pennello e l'avesse fatta di miglior maniera".

Il modo adunque di fare le stampe in legno di due sorti, e fingere il chiaro
scuro, trovato da Ugo, fu cagione che, seguitando molti le costui vestigie,

si sono condotte da altri molte bellissime carte. Per che dopo lui
Baldassarre Peruzzi, pittore sanese, fece di chiaro scuro simile una carta
d'Ercole che caccia l'Avarizia, carica di vasi d'oro e d'argento, dal monte di
Parnaso, dove sono le muse in diverse belle attitudini, che fu bellissima. E

Francesco Parmigiano intagliò in un foglio reale aperto un Diogene, che fu
più bella stampa che alcuna che mai facesse Ugo. Il medesimo Parmigiano,
avendo mostrato questo modo di fare le stampe con tre forme ad Antonio
da Trento, gli fece condurre in una carta grande la decollazione di San

Pietro e San Paulo di chiaro scuro. E dopo in un'altra fece con due stampe
solo la Sibilla Tiburtina che mostra ad Ottaviano imperadore Cristo nato in
grembo alla Vergine, et uno ignudo che sedendo volta le spalle in bella
maniera, e similmente in un ovato una Nostra Donna a giacere, e molte

altre, che si veggiono fuori di suo stampate dopo la morte di lui da
Ioannicolò Vicentino. Ma le più belle poi sono state fatte da Domenico
Beccafumi sanese, dopo la morte del detto Parmigiano, come si dirà
largamente nella vita di esso Domenico.

Non è anco stata se non lodevole invenzione l'essere stato trovato il moda

da intagliare le stampe più facilmente che col bulino, se bene non vengono
così nette, cioè con l'acqua forte, dando prima in sul rame una coverta di
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