Page 937 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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cera, o di vernice, o colore a olio, e disegnando poi con un ferro, che abbia
la punta sottile, che sgraffi la cera o la vernice o il colore che sia; per che
messavi poi sopra l'acqua da partire, rode il rame di maniera che lo fa
cavo, e vi si può stampare sopra. E di questa sorte fece Francesco
Parmigiano molte cose piccole che sono molto graziose, sì come una
Natività di Cristo, quando è morto e pianto dalle Marie, uno de' panni di
cappella fatti col disegno di Raffaello; e molte altre cose.
Dopo costoro ha fatto cinquanta carte di paesi varii e belli Batista pittore
vicentino e Battista del Moro veronese. Et in Fiandra ha fatto Ieronimo
Coca l'arti liberali; et in Roma fra' Bastiano viniziano la Visitazione della
Pace, e quella di Francesco Salviati della Misericordia; la festa di Testaccio,
oltre a molte opere, che ha fatto in Vinezia Battista Franco pittore, e molti
altri maestri. Ma per tornare alle stampe semplici di rame, dopo che
Marcantonio ebbe fatto tante opere, quanto si è detto di sopra, capitando
in Roma il Rosso, gli persuase il Baviera che facesse stampare alcuna delle
cose sue, onde egli fece intagliare a Gian Iacopo del Caraglio veronese,
che allora aveva bonissima mano e cercava con ogni industria d'imitare
Marcantonio, una sua figura di notomia secca, che ha una testa di morte in
mano, e siede sopra un serpente, mentre un cigno canta. La quale carta
riuscì di maniera, che il medesimo fece poi intagliare, in carte di
ragionevole grandezza, alcuna delle forze d'Ercole: l'ammazzar dell'Idra, il
combatter col Cerbero, quando uccide Cacco, il rompere le corna al toro, la
battaglia de' centauri, e quando Nesso centauro mena via Deianira. Le
quali carte riuscirono tanto belle e di buono intaglio, che il medesimo
Iacopo condusse, pur col disegno del Rosso, la storia delle Piche, le quali,
per voler contendere e cantare a pruova et a gara con le Muse, furono
convertite in cornacchie. Avendo poi il Baviera fatto disegnare al Rosso, per
un libro, venti dèi posti in certe nicchie con i loro instrumenti, furono da
Gian Iacopo Caraglio intagliati con bella grazia e maniera, e non molto
dopo le loro trasformazioni. Ma di queste non fece il disegno il Rosso se
non di due, perché venuto col Baviera in diferenza, esso Baviera ne fece
fare dieci a Perino del Vaga. Le due del Rosso furono il ratto di Proserpina
e Fillare trasformato in cavallo. E tutte furono dal Caraglio intagliate con
tanta diligenza che sempre sono state in pregio. Dopo cominciò il Caraglio,
per il Rosso, il ratto delle Sabine, che sarebbe stato cosa molto rara, ma
sopravenendo il sacco di Roma non si poté finire, perché il Rosso andò via
e le stampe tutte si perderono. E se bene questa è venuta poi col tempo in
mano degli stampatori, è stata cattiva cosa, per avere fatto l'intaglio chi
non se ne intendeva, e tutto per cavar danari. Intagliò appresso il Caraglio,
per Francesco Parmigiano, in una carta lo sposalizio di Nostra Donna et
altre cose del medesimo, e dopo per Tiziano Vecellio in un'altra carta una