Page 100 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Ma perché le antichità delle cose de' Greci e dell'Etiopi e de' Caldei sono
parimente dubbie, come le nostre e forse più, e per il più bisogna fondare il
giudizio di tali cose in su le conietture, che ancor non sieno talmente deboli
che in tutto si scostino dal segno, io credo non mi esser punto partito dal

vero e penso che ognuno, che questa parte vorrà discretamente
considerare, giudicherà come io, quando di sopra io dissi il principio di
queste arti essere stata l'istessa natura e l'innanzi o modello la bellissima
fabrica del mondo, et il maestro quel divino lume infuso per grazia

singulare in noi, il quale non solo ci ha fatti superiori alli altri animali, ma
simili (se è lecito dire) a Dio. E se ne' tempi nostri si è veduto (come io
credo per molti esempli poco inanzi poter mostrare) che i semplici fanciulli
e rozzamente allevati ne' boschi, in sull'esempio solo di queste belle pitture

e sculture della natura, con la vivacità del loro ingegno da per se stessi
hanno cominciato a disegnare, quanto più si può e debbe verisimilmente
pensare, que' primi uomini, i quali quanto manco erano lontani dal suo
principio e divina generazione, tanto erono più perfetti e di migliore

ingegno, essi da per loro avendo per guida la natura, per maestro
l'intelletto purgatissimo, per essempio sì vago modello del mondo, aver
dato origine a queste nobilissime arti e da picciol principio, a poco a poco
migliorandole, condottole finalmente a perfezzione?

Non voglio già negare che e' non sia stato un primo che cominciasse, ché io
so molto bene che e' bisognò che qualche volta e da qualcuno venisse il

principio; né anche negherò essere stato possibile che l'uno aiutasse l'altro,
et insegnasse et aprisse la via al disegno, al colore e rilievo; perché io so
che l'arte nostra è tutta imitazione della natura, principalmente, e poi,
perché da sé non può salir tanto alto, delle cose, che da quelli che miglior

maestri di sé giudica, sono condotte: ma dico bene, che il volere
determinatamente affermare chi costui o costoro fussero, è cosa molto
pericolosa a giudicare, e forse poco necessaria a sapere, poi che veggiamo
la vera radice et origine donde ella nasce. Per che, poiché delle opere che

sono la vita e la fama delli artefici, le prime, e di mano in mano le seconde
e le terze, per il tempo che consuma ogni cosa, venner manco, e non
essendo allora chi scrivesse, non potettono essere almanco per quella via
conosciute da' posteri, vennero ancora a esser incogniti gli artefici di

quelle. Ma da che gli scrittori cominciorono a far memoria delle cose state
innanzi a loro, non potettono già parlare di quelli de' quali non avevano
potuto aver notizia; in modo che primi appo loro vengono a esser quelli de'
quali era stata ultima a perdersi la memoria. Sì come il primo de' poeti, per

consenso comune, si dice esser Omero, non perché innanzi a lui non ne
fusse qualcuno, che ne furono, sebbene non tanto eccellenti, e nelle cose
sue istesse si vede chiaro; ma perché di quei primi, tali quali essi furono,
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