Page 103 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Liberio papa gl'architetti di quel tempo di far gran cose nell'edificare la
chiesa di S. Maria Maggiore, che non però riuscì loro il tutto felicemente,
perciò che sebbene quella fabrica, che è similmente per la maggior parte di
spoglie, fu fatta con assai ragionevoli misure, non si può negare

nondimeno, oltre a qualche altra cosa, che il partimento fatto intorno
intorno sopra le colonne con ornamenti di stucchi e di pitture, non sia
povero affatto di disegno, e che molte altre cose che in quel gran tempio si
veggiono, non argomentino l'imperfezzione dell'arti.

Molti anni dopo, quando i cristiani sotto Giuliano Apostata erano
perseguitati, fu edificato in sul monte Celio un tempio a' San Giovanni e

Paolo martiri, di tanto peggior maniera che i sopra detti, che si conosce
chiaramente che l'arte era a quel tempo poco meno che perduta del tutto.

Gli edifizii ancora, che in quel medesimo tempo si fecero in Toscana, fanno
di ciò pienissima fede. E per tacere molti altri, il tempio che fuor dalle mura
d'Arezzo fu edificato a S. Donato vescovo di quella città, il quale insieme

con Ilariano monaco fu martirizzato sotto il detto Giuliano Apostata, non fu
di punto migliore architettura che i sopra detti. Né è da credere che ciò
procedesse da altro che dal non essere migliori architetti in quell'età;
conciò fusse che il detto tempio, come si è potuto vedere a' tempi nostri, a
otto facce, fabricato delle spoglie del teatro, colosseo, et altri edifizi che

erano stati in Arezzo innanzi che fusse convertita alla fede di Cristo, fu
fatto senza alcun risparmio e con grandissima spesa, e di colonne di
granito, di porfido e di mischi che erano stati delle dette fabriche antiche,

adornato. Et io per me non dubito, alla spesa che si vedeva fatta in quel
tempio, che se gli Aretini avessono avuti migliori architetti, non avessono
fatto qualche cosa maravigliosa; poiché si vede in quel che fecero, che a
niuna cosa perdonarono per fare quell'opera, quanto potettono
maggiormente, ricca e fatta con buon ordine. E perché, come si è già tante

volte detto, meno aveva della sua perfezione l'architettura che l'altre arti
perduto, vi si vedeva qualche cosa di buono. Fu in quel tempo similmente
aggrandita la chiesa di Santa Maria in Grado a onore del detto Ilariano,

perciò che in quella aveva lungo tempo abitato, quando andò con Donato
alla palma del martirio.
Ma perché la fortuna, quando ella ha condotto altri al sommo della ruota, o

per ischerzo o per pentimento il più delle volte lo torna in fondo, avvenne,
dopo queste cose, che sollevatesi in diversi luoghi del mondo quasi tutte le
nazioni barbare contra i Romani, ne seguì fra non molto tempo non

solamente lo abbassamento di così grande imperio, ma la rovina del tutto
e massimamente di Roma stessa; con la quale rovinarono del tutto
parimente gli eccellentissimi artefici, scultori, pittori et architetti, lasciando
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