Page 108 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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con grandissima spesa e col parere di molti architetti, al tempo di
Domenico Selvo, doge negli anni di Cristo DCCCCLXXIII; il quale fece
condurre le colonne di que' luoghi donde le potette avere. E così si andò
continuando insino all'anno MCXL. essendo doge messer Piero Polani, e,

come si è detto, col disegno di più maestri tutti greci.
Della medesima maniera greca furono, e nei medesimi tempi, le sette

badie che il conte Ugo marchese di Brandiburgo fece fare in Toscana, come
si può vedere nella Badia di Firenze, in quella di Settimo e nell'altre. Le
quali tutte fabriche e le vestigia di quelle che non sono in piedi, rendono
testimonianza che l'architettura si teneva alquanto in piedi, ma

imbastardita fortemente e molto diversa dalla buona maniera antica. Di ciò
possono anco far fede molti palazzi vecchi, stati fatti in Fiorenza dopo la
rovina di Fiesole, d'opera toscana, ma con ordine barbaro nelle misure di
quelle porte e finestre lunghe lunghe, e ne' garbi di quarti acuti nel girare

degli archi, secondo l'uso degli architetti stranieri di que' tempi. L'anno poi
MXIII si vede l'arte aver ripreso alquanto di vigore nel riedificarsi la
bellissima chiesa di S. Miniato in sul Monte al tempo di messer Alibrando
cittadino e vescovo di Firenze; perciò che, oltre agli ornamenti che di

marmo vi si veggiono dentro e fuori, si vede nella facciata dinanzi, che gli
architetti toscani si sforzarono d'imitare nelle porte, nelle finestre, nelle
colonne, negl'archi e nelle cornici, quanto potettono il più, l'ordine buono
antico, avendolo in parte riconosciuto nell'antichissimo tempio di S.

Giovanni nella città loro. Nel medesimo tempo la pittura, che era poco
meno che spenta affatto, si vide andare riacquistando qualche cosa, come
ne mostra il musaico che fu fatto nella capella maggiore della detta chiesa
di S. Miniato.

Da cotal principio, adunque, cominciò a crescere a poco a poco in Toscana
il disegno et il miglioramento di queste arti, come si vide l'anno mille e

sedici nel dare principio i Pisani alla fabbrica del Duomo loro; perché in
quel tempo fu gran cosa metter mano a un corpo di chiesa così fatto di
cinque navate, e quasi tutto di marmo, dentro e fuori. Questo tempio, il

quale fu fatto con ordine e disegno di Buschetto, greco da Dulicchio,
architettore in quell'età rarissimo, fu edificato et ornato dai Pisani d'infinite
spoglie condotte per mare, essendo eglino nel colmo della grandezza loro,
di diversi lontanissimi luoghi, come ben mostrano le colonne, base,
capitegli, cornicioni, et altre pietre d'ogni sorte che vi si veggiono. E perché

tutte queste cose erano alcune piccole, alcune grandi, et altre mezzane, fu
grande il giudizio e la virtù di Buschetto nell'accomodarle, e nel fare lo
spartimento di tutta quella fabbrica, dentro e fuori molto bene

accommodata. Et oltre all'altre cose, nella facciata dinanzi, con gran
numero di colonne accommodò il diminuire del frontespizio molto
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