Page 106 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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predette, ché non l'avevano, ma secondo la qualità degl'ingegni loro.
Essendo, dunque, a questo termine condotte l'arti del disegno, e inanzi e in
quel tempo che signoreggiarono l'Italia i Longobardi, e poi, andarono dopo
agevolmente, sebben alcune cose si facevano, in modo peggiorando che
non si sarebbe potuto né più goffamente né con manco disegno lavorar di
quello che si faceva; come ne dimostrano, oltr'a molte altre cose, alcune
figure che sono nel portico di S. Piero in Roma sopra le porte, fatte alla
maniera greca, per memoria d'alcuni Santi Padri, che per la S. Chiesa
avevano in alcuni concilii disputato; ne fanno fede similmente molte cose
dell'istessa maniera che nella città et in tutto l'Essarcato di Ravenna si
veggiono; e particolarmente alcune che sono in S. Maria Ritonda fuor di
quella città, fatte poco dopo che d'Italia furono cacciati i Longobardi: nella
qual chiesa non tacerò che una cosa si vede notabilissima e maravigliosa, e
questa è la volta o vero cupola che la cuopre; la quale, come che sia larga
dieci braccia, e serva per tetto e coperta di quella fabrica, è nondimeno
tutta d'un pezzo solo, e tanto grande e sconcio, che pare quasi impossibile
che un sasso di quella sorte, di peso di più di dugentomila libre, fusse tanto
in alto collocato. Ma, per tornare al proposito nostro, uscirono delle mani
de' maestri di que' tempi quei fantocci e quelle goffezze che nelle cose
vecchie ancora oggi appariscono.
Il medesimo avvenne dell'architettura; perché bisognando pur fabricare, et
essendo smarrita in tutto la forma e il modo buono per gl'artefici morti e
per l'opere distrutte e guaste, coloro che si diedero a tale esercizio non
edificavano cosa che per ordine o per misura avesse grazia, né disegno, né
ragion alcuna. Onde ne vennero a risorgere nuovi architetti, che delle loro
barbare nazioni fecero il modo di quella maniera di edifizii, ch'oggi da noi
son chiamati tedeschi; i quali facevano alcune cose più tosto a noi moderni
ridicole, che a loro lodevoli; finché la miglior forma e alquanto alla buona
antica simile trovarono poi i migliori artefici, come si veggono di quella
maniera per tutta Italia le più vecchie chiese, e non antiche, che da essi
furono edificate, come da Teodorico re d'Italia un palazzo in Ravenna, uno
in Pavia, et un altro in Modena pur di maniera barbara, e più tosto ricchi e
grandi, che bene intesi o di buona architettura. Il medesimo si può
affermare di S. Stefano in Rimini, di S. Martino di Ravenna, e del tempio di
S. Giovanni Evangelista edificato nella medesima città da Galla Placidia
intorno agli anni di nostra salute CCCCXXXVIII, di S. Vitale che fu edificato
l'anno DXLVII, e della Badia di Classi di fuori, et insomma di molti altri
monasterii e tempî edificati dopo i Longobardi. I quali tutti edifizii, come si
è detto, sono e grandi e magnifici, ma di goffissima architettura, e fra
questi sono molte badie in Francia edificate a S. Benedetto, e la chiesa e
monastero di Monte Casino, il tempio di S. Giovambatista a Monza, fatto da