Page 96 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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PROEMIO DELLE VITE



Io non dubito punto che non sia quasi di tutti gli scrittori commune e
certissima opinione, che la scultura insieme con la pittura fussero

naturalmente dai popoli dello Egitto primieramente trovate, e che
alcun'altri non siano, che attribuischino a' Caldei le prime bozze de' marmi
et i primi rilievi delle statue: come dànno anco a' Greci la invenzione del
pennello e del colorire. Ma io dirò bene che dell'una e dell'altra arte il

disegno, - che è il fondamento di quelle, anzi l'istessa anima che concepe e
nutrisce in se medesima tutti i parti degli intelletti -, fusse perfettissimo in
su l'origine di tutte l'altre cose, quando l'altissimo Dio, fatto il gran corpo
del mondo et ornato il cielo de' suoi chiarissimi lumi, discese con l'intelletto

più giù, nella limpidezza dell'aere e nella solidità della terra; e, formando
l'uomo, scoperse, con la vaga invenzione delle cose, la prima forma della
scoltura e della pittura; dal quale uomo, a mano a mano, poi (ché non si
de' dire il contrario) come da vero esemplare fur cavate le statue e le

sculture, e la difficultà dell'attitudini e dei contorni; e per le prime pitture
(qual che elle si fussero) la morbidezza, l'unione e la discordante concordia
che fanno i lumi con l'ombre.

Così, dunque, il primo modello onde uscì la prima imagine dell'uomo fu una
massa di terra, e non senza cagione; perciò che il divino architetto del
tempo e della natura, come perfettissimo, volle mostrare nella

imperfezione della materia la via del levare e dell'aggiugnere; nel
medesimo modo che sogliono fare i buoni scultori e' pittori, i quali ne' lor
modelli aggiungendo e levando riducono le imperfette bozze a quel fine e
perfezzione che vogliono. Diedegli colore vivacissimo di carne; dove s'è

tratto nelle pitture, poi, dalle miniere della terra, gli istessi colori, per
contraffare tutte le cose che accaggiono nelle pitture.

Bene è vero, che e' non si può affermare per certo quello che ad imitazione
di così bella opera si facessino gli uomini avanti al Diluvio in queste arti;
avvegna che verisimilmente paia da credere che essi ancora e scolpissero e
dipignessero d'ogni maniera; poiché Belo, figliuolo del superbo Nembrot,

circa CC anni dopo il Diluvio, fece fare la statua donde nacque poi la
idolatria, e la famosissima nuora sua Semiramis regina di Babilonia, nella
edificazione di quella città, pose tra gli ornamenti di quella non solamente
variate e diverse spezie di animali ritratti e coloriti di naturale, ma la

imagine di se stessa e di Nino suo marito, e le statue ancora, di bronzo, del
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