Page 93 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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incorporata insieme è nera di colore e frangibile molto e sottilissima a
scorrere. Questa si pesta e si pone sopra la piastra dell'argento dov'è
l'intaglio, il qual è necessario che sia bene pulito; et accostatolo a fuoco di
legne verdi, soffiando co' mantici, si fa che i raggi di quello percuotino dove

è il niello; il quale per la virtù del calore fondendosi e scorrendo, riempie
tutti gl'intagli che aveva fatti il bulino. Appresso quando l'argento è
raffreddo, si va diligentemente co' raschiatoi levando il superfluo, e con la
pomice appoco appoco si consuma fregandolo e con le mani e con un

cuoio, tanto che e' si truovi il vero piano e che il tutto resti pulito. Di questo
lavorò mirabilissimamente Maso Finiguerra fiorentino, il quale fu raro in
questa professione, come ne fanno fede alcune paci di niello in S. Giovanni
di Fiorenza, che sono tenute mirabili. Da questo intaglio di bulino son

derivate le stampe di rame, onde tante carte e italiane e tedesche
veggiamo oggi per tutta Italia; che sì come negli argenti s'improntava, anzi
che fussero ripieni di niello, di terra, e si buttava di zolfo, così gli
stampatori trovarono il modo del fare le carte su le stampe di rame col

torculo, come oggi abbiam veduto da essi imprimersi.
Ècci un'altra sorte di lavori in argento o in oro, comunemente chiamata

smalto, che è spezie di pittura mescolata con la scultura; e serve dove si
mettono l'acque, sì che gli smalti restino in fondo. Questa dovendosi
lavorare in su l'oro ha bisogno d'oro finissimo et in su l'argento, argento
almeno a lega di giulii; et è necessario questo modo, perché lo smalto ci

possa restare e non iscorrere altrove che nel suo luogo: bisogna lasciarli i
profili di argento, che di sopra sian sottili e non si vegghino. Così si fa un
rilievo piatto, et in contrario all'altro, acciò che mettendovi gli smalti, pigli
gli scuri e' chiari di quello dall'altezza e dalla bassezza dell'intaglio. Pigliasi

poi smalti di vetri di varii colori che diligentemente si fermino col martello,
e si tengono negli scodellini con acqua chiarissima, separati e distinti l'uno
dall'altro. E quegli che si adoperano all'oro sono differenti da quelli che
servono per l'argento, e si conducono in questa maniera: con una

sottilissima palettina d'argento si pigliano separatamente gli smalti, e con
pulita pulitezza si distendono a' luoghi loro, e vi se ne mette e rimette
sopra, secondo che ragnano, tutta quella quantità che fa di mestiero. Fatto
questo, si prepara una pignatta di terra fatta aposta, che per tutto sia

piena di buchi et abbia una bocca dinanzi, e vi si mette dentro la mufola,
cioè un coperchietto di terra bucato, che non lasci cadere i carboni a basso,
e dalla mufola in su si empie di carboni di cerro, e si accende
ordinariamente. Nel vòto che è restato sotto il predetto coperchio, in su

una sottilissima piastra di ferro si mette la cosa smaltata a sentire il caldo
a poco a poco, e vi si tiene tanto, che, fondendosi, gli smalti scorrino per
tutto quasi come acqua. Il che fatto, si lascia rafreddare, e poi con una
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