Page 92 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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poco a poco riscaldati, venga a infocarsi la cenere e i vetri, perché i colori
che vi sono su infocati inrugginiscono e scorrono, e fanno la presa sul
vetro. Et a questo cuocere bisogna usare grandissima diligenza, perché il
troppo fuoco violento li farebbe crepare, et il poco non li cocerebbe; né si

debbono cavare, finché la padella o tegghia dove e' sono non si vede tutta
di fuoco, e la cenere con alcuni saggi sopra, che si vegga quando il colore è
scorso.

Fatto ciò, si buttano i piombi in certe forme di pietra o di ferro, i quali
hanno due canali, cioè da ogni lato uno, dentro al quale si commette e
serra il vetro, e si piallano e dirizzano, e poi su una tavola si conficcano et

a pezzo per pezzo s'impiomba tutta l'opera in più quadri, e si saldano tutte
le commettiture de' piombi con saldatoi di stagno, et in alcune traverse
dove vanno i ferri si mette fili di rame impiombati, acciò che possino
reggere e legare l'opra; la quale s'arma di ferri che non siano al dritto delle

figure, ma torti secondo le commettiture di quelle, a cagione che e' non
impedischino il vederle. Questi si mettono con inchiovature ne' ferri che
reggono il tutto, e non si fanno quadri ma tondi, acciò impedischino manco
la vista; e dalla banda di fuori si mettono alle finestre, e ne' buchi delle

pietre s'impiombano, e con fili di rame, che ne' piombi delle finestre saldati
siano a fuoco, si legano fortemente. E perché i fanciulli o altri impedimenti
non le guastino, vi si mette dietro una rete di filo di rame sottile. Le quali
opre se non fossero in materia troppo frangibile, durerebbono al mondo

infinito tempo. Ma per questo non resta che l'arte non sia difficile,
artificiosa, e bellissima.





Cap. XXXIII. Del niello e come per quello abbiamo le stampe di rame; e come s'intaglino
gl'argenti, per fare gli smalti di basso rilievo, e similmente si ceselino le grosserie.


Il niello, il quale non è altro che un disegno tratteggiato e dipinto su lo
argento, come si dipigne e tratteggia sottilmente con la penna, fu trovato

dagli orefici sino al tempo degli antichi, essendosi veduti cavi co' ferri
ripieni di mistura negli ori et argenti loro. Questo si disegna con lo stile su
lo argento che sia piano e s'intaglia col bulino, che è un ferro quadro
tagliato a unghia dall'uno degli angoli all'altro per isbieco, che così calando
verso uno de' canti, lo fa più acuto e tagliente da' due lati, e la punta di

esso scorre e sottilissimamente intaglia. Con questo si fanno tutte le cose
che sono intagliate ne' metalli per riempierle o per lasciarle vòte secondo
la volontà dell'artefice. Quando hanno dunque intagliato e finito col bulino,

pigliano argento e piombo, e fanno di esso al fuoco una cosa, che
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