Page 1014 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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fu sempre amica e fautrice di tutti i virtuosi) e particolarmente in fare
ritratti di naturale, intese ciò Domenico, il quale molto desiderava di
tornare alla patria. Onde, tornatosene a Siena, veduto che Giovann'Antonio
aveva gran fondamento nel disegno, nel quale sapeva che consiste
l'eccellenza degl'artefici, si mise con ogni studio, non gli bastando quello
che aveva fatto in Roma, a seguitarlo, esercitandosi assai nella notomia e
nel fare ignudi. Il che gli giovò tanto, che in poco tempo cominciò a essere
in quella città nobilissima molto stimato. Né fu meno amato per la sua
bontà e costumi, che per l'arte: perciò che dove Giovan Antonio era
bestiale, licenzioso e fantastico, e chiamato, perché sempre praticava e
viveva con giovinetti sbarbati, il Soddoma e per tale ben volentieri
rispondeva, era dall'altro lato Domenico tutto costumato e da bene e,
vivendo cristianamente, e' stava il più del tempo solitario. E perché molte
volte sono più stimati dagl'uomini certi che sono chiamati buon compagni e
sollazevoli, che i virtuosi e costumati, i più de' giovani sanesi seguitavano il
Soddoma celebrandolo per uomo singulare. Il qual Soddoma, perché come
capriccioso aveva sempre in casa, per sodisfare al popolaccio, papagalli,
bertuccie, asini nani, cavalli piccoli dell'Elba, un corbo che parlava, barbari
da correr palii et altre sì fatte cose, si aveva acquistato un nome fra il
volgo, che non si diceva se non delle sue pazzie.
Avendo dunque il Soddoma colorito a fresco la facciata della casa di Messer
Agostino Bardi, fece a sua concorrenza Domenico in quel tempo medesimo
dalla colonna della postierla vicina al Duomo, la facciata d'una casa de'
Borghesi, nella quale mise molto studio. Sotto il tetto fece in un fregio di
chiaro scuro alcune figurine molto lodate, e negli spazii fra tre ordini di
finestre di trevertino che ha questo palagio, fece e di color di bronzo di
chiaro scuro e colorite molte figure di dii antichi e d'altri, che furono più che
ragionevoli, se bene fu più lodata quella del Soddoma; e l'una e l'altra di
queste facciate fu condotta l'anno 1512. Dopo fece Domenico in San
Benedetto, luogo de' monaci di Monte Oliveto, fuori della porta a Tufi in
una tavola Santa Caterina da Siena che riceve le stimmate sotto un
casamento, un San Benedetto ritto da man destra et a sinistra un San
Ieronimo in abito di cardinale, la quale tavola per essere di colorito molto
dolce et aver gran rilievo, fu et è ancora molto lodata. Similmente nella
predella di questa tavola fece alcune storiette a tempera con fierezza e
vivacità incredibile, e con tanta facilità di disegno, che non possono aver
maggior grazia e nondimeno paiono fatte senza una fatica al mondo. Nelle
quali storiette è quando alla medesima Santa Caterina l'angelo mette in
bocca parte dell'ostia consacrata dal sacerdote; in un'altra è quando Gesù
Cristo la sposa et appresso ella riceve l'abito da San Domenico, con altre
storie.