Page 1016 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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bella e giudiziosa maniera.
Un'altra tavola fece Domenico alle monache d'Ogni Santi della medesima

città, nella qual è, di sopra Cristo in aria che corona la Vergine glorificata,
et a basso San Gregorio, Sant'Antonio, Santa Maria Maddalena e S.
Caterina vergine e martire. Nella predella similmente sono alcune figurine,
fatte a tempera molto belle. In casa del signor Marcello Agostini dipinse

Domenico a fresco nella volta d'una camera che ha tre lunette per faccia e
due in ciascuna testa, con un partimento di fregii che rigirono intorno
intorno, alcune opere bellissime. Nel mezzo della volta fa il partimento due
quadri: nel primo, dove si finge che l'ornamento tenga un panno di seta,

pare che si veggia tessuto in quello Scipione Africano rendere la giovane
intatta al suo marito, e nell'altro Zeusi, pittore celebratissimo che ritrae più
femmine ignude, per farne la sua pittura che s'avea da porre nel tempio di
Giunone. In una delle lunette, in figurette di mezzo braccio in circa, ma

bellissime, sono i due fratelli romani che, essendo nimici, per lo publico
bene e giovamento della patria divengono amici. Nell'altra che segue è
Torquato, che per osservare la legge, dovendo esser cavati gli occhi al
figliuolo, ne fa cavare uno a lui et uno a sé. In quella che segue è la

petizione... il quale, dopo essergli state lette le sue sceleratezze fatte
contra la patria e popolo romano, è fatto morire. In quella che è a canto a
questa è il popolo romano che delibera la spedizione di Scipione in Affrica.
A lato di questa è in un'altra lunetta un sacrifizio antico pieno di varie

figure bellissime, con un tempio tirato in prospettiva, che ha rilievo assai,
perché in questo era Domenico veramente eccellente maestro. Nell'ultima
è Catone che si uccide, essendo sopragiunto da alcuni cavalli che quivi
sono dipinti bellissimi. Ne' vani similmente delle lunette sono alcune

piccole istorie molto ben finite, onde la bontà di quest'opera fu cagione che
Domenico fu da chi allora governava conosciuto per eccellente pittore e
messo a dipignere nel palazzo de' Signori la volta d'una sala, nella quale
usò tutta quella diligenza, studio e fatica che si poté maggiore, per mostrar

la virtù sua et ornare quel celebre luogo della sua patria che tanto
l'onorava.

Questa sala, che è lunga due quadri e larga uno, ha la sua volta non a
lunette, ma a uso di schifo; onde, parendogli che così tornasse meglio, fece
Domenico il partimento di pittura con fregi e cornici messe d'oro tanto
bene, che senza altri ornamenti di stucchi o d'altro, è tanto ben condotto e

con bella grazia, che pare veramente di rilievo. In ciascuna, dunque, delle
due teste di questa sala è un gran quadro, con una storia et in ciascuna
faccia ne sono due, che mettono in mezzo un ottangolo: e così sono i

quadri sei, e gl'ottangoli due, et in ciascuno di essi una storia. Nei canti
della volta, dove è lo spigolo, è girato un tondo che piglia dell'una e
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