Page 1018 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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quadro è Codro ateniese il quale, avendo detto l'oracolo che la vittoria
sarebbe da quella parte della quale il re sarebbe dagli inimici morto,
deposte le vesti sue, entrò sconosciuto fra gli nemici, e si fece uccidere;
dando a' suoi, con la propria morte, la vittoria. Domenico dipinse costui a
sedere et i suoi baroni a lui d'intorno, mentre si spoglia appresso a un
tempio tondo, bellissimo. E nel lontano della storia si vede quando egli è
morto, col suo nome sotto in un epitaffio. Voltandosi poi all'altra facciata
lunga dirimpetto a' due quadri, che mettono in mezzo l'ottangolo, nella
prima storia è Seleuco prencipe, il quale fece cavare un occhio a sé et un al
figliuolo per non violar le leggi, dove molti gli stanno intorno pregando che
non voglia essere crudele contra di sé e del figliuolo, e nel lontano è il suo
figliuolo che fa violenza a una giovane, e sotto vi è il suo nome in un
epitaffio. Nell'ottangolo che è a canto a questo quadro è la storia di Marco
Manilio fatto precipitare dal Campidoglio; la figura del Marco è un giovane
gettato da alcuni ballatoi, fatta in uno scorto con la testa all'ingiù tanto
bene che par viva, come anco paiono alcune figure che sono a basso.
Nell'altro quadro è Spurio Melio, che fu dell'ordine de' cavalieri, il quale fu
ucciso da Servilio tribuno per avere sospettato il popolo che si facesse
tiranno della patria. Il quale Servilio sedendo con molti a torno, uno ch'è
nel mezzo mostra Spurio in terra morto, in una figura fatta con molta arte.
Ne' tondi poi, che sono ne' cantoni dove sono le otto figure, sono molti
uomini stati rarissimi per avere difesa la patria. Nella parte principale è il
famosissimo Fabio Massimo a sedere et armato. Dall'altro lato è Speusippo
duca de' Tegeti il quale, volendogli persuader un amico che si levasse
dinanzi un suo avversario et emulo, rispose non volere, da particolar
interesse spinto, privare la patria d'un sì fatto cittadino. Nel tondo, che è
nell'altro canto che segue, è da una parte Celio pretore, che per avere
combattuto contra il consiglio e volere degl'aruspici, ancor che vincesse et
avesse la vittoria fu dal senato punito: et a lato gli siede Trasibulo che,
accompagnato da alcuni amici, uccise valorosamente trenta tiranni per
liberar la patria: e questi è un vecchio raso con i capegli bianchi, il quale ha
sotto il suo nome, sì come hanno anco tutti gl'altri. Dall'altra parte, nel
cantone disotto in un tondo, è Genuzio Cippo pretore, al quale, essendosi
posto in testa un ucello prodigiosamente con l'ali in forma di corna, fu
risposto dall'oracolo che sarebbe re della sua patria, onde egli elesse,
essendo già vecchio, d'andare in esilio per non soggiogarla. E perciò fece a
costui Domenico uno ucello in capo. Appresso a costui siede Caronda, il
quale essendo tornato di villa et in un subito andato in senato senza
disarmarsi, contra una legge che voleva che fusse ucciso chi entrasse in
senato con arme, uccise se stesso, accortosi dell'errore. Nell'ultimo tondo
dall'altra parte è Damone e Pitia, la singolar amicizia de' quali è notissima,