Page 1022 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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mani a Batista del Cervelliera, gli furono mostrate tutte le cose più notabili
della città, e particularmente le tavole del Sogliano et i quadri che sono
nella nicchia del Duomo dietro all'altare maggiore. Intanto Sebastiano della
Seta Operaio del Duomo, avendo inteso dal Cervelliera le qualità e virtù di

Domenico, disideroso di finire quell'opera, stata tenuta in lungo da
Giovanni Antonio Sogliani, allogò due quadri della detta nicchia a
Domenico, acciò gli lavorasse a Siena e di là gli mandasse, fatti, a Pisa; e
così fu fatto. In uno è Moisè, che trovato il popolo avere sacrificato al vitel

d'oro, rompe le tavole; et in questo fece Domenico alcuni nudi che sono
figure bellissime; e nell'altro è lo stesso Moisè, e la terra che si apre et
inghiottisce una parte del popolo, et in questo anco sono alcuni ignudi,
morti da certi lampi di fuoco, che sono mirabili. Questi quadri condotti a

Pisa furono cagione che Domenico fece in quattro quadri, dinanzi a questa
nicchia, cioè due per banda, i quattro Evangelisti, che furono quattro figure
molto belle. Onde Sebastiano della Seta, che vedeva d'esser servito presto
e bene, fece fare dopo questi a Domenico la tavola d'una delle cappelle del

Duomo, avendone infino allora fatte quattro il Sogliano. Fermatosi dunque
Domenico in Pisa, fece nella detta tavola la Nostra Donna in aria col putto
in collo sopra certe nuvole rette da alcuni putti, e da basso molti Santi e
Sante assai bene condotti, ma non però con quella perfezzione che furono i

sopra detti quadri. Ma egli scusandosi di ciò con molti amici, e
particolarmente una volta con Giorgio Vasari, diceva che come era fuori
dell'aria di Siena e di certe sue commodità, non gli pareva saper far alcuna
cosa. Tornatosene dunque a casa con proposito di non volersene più, per

andar a lavorar altrove, partire, fece in una tavola a olio, per le monache di
S. Paolo, vicine a S. Marco, la natività di Nostra Donna con alcune balie e
S. Anna in un letto che scorta, finto dentro a una porta; una donna in uno
scuro, che asciugando panni non ha altro lume che quello che le fa lo

splendor del fuoco. Nella predella, che è vaghissima, sono tre storie a
tempera: essa Vergine presentata al tempio, lo sposalizio, e l'adorazione
de' Magi.

Nella Mercanzia, tribunale in quella città, hanno gl'uffiziali una tavoletta, la
quale dicono fu fatta da Domenico, quando era giovane, che è bellissima.
Dentro vi è un San Paolo in mezzo che siede e, dagli lati, la sua

conversione in uno di figure piccole e nell'altro quando fu decapitato.
Finalmente fu data a dipignere a Domenico la nicchia grande del Duomo
ch'è in testa dietro all'altare maggiore, nella quale egli primieramente fece
tutto di sua mano l'ornamento di stucco con fogliami e figure, e due vittorie

ne' vani del semicircolo, il quale ornamento fu invero opera ricchissima e
bella. Nel mezzo poi fece di pittura a fresco l'Ascendere di Cristo in cielo, e
dalla cornice in giù fece tre quadri divisi da colonne di rilievo e dipinte in
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