Page 1025 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI GIOVANN'ANTONIO LAPPOLI PITTORE ARETINO



Rade volte aviene che d'un ceppo vecchio non germogli alcun rampollo
buono, il quale col tempo crescendo non rinuovi e colle sue frondi rivesta
quel luogo spogliato e faccia con i frutti conoscere a chi gli gusta il

medesimo sapore che già si sentì del primo albero. E che ciò sia vero si
dimostra nella presente vita di Giovann'Antonio, il quale, morendo Matteo
suo padre, che fu l'ultimo de' pittori del suo tempo assai lodato, rimase con
buone entrate al governo della madre e così si stette infino a dodici anni;
al qual termine della sua età pervenuto, Giovan Antonio, non si curando di

pigliare altro esercizio che la pittura, mosso oltre all'altre cagioni dal volere
seguire le vestigie e l'arte del padre, imparò sotto Domenico Pecori pittore
aretino, che fu il suo primo maestro, il quale era stato insieme con Matteo

suo padre discepolo di Clemente, i primi principii del disegno. Dopo,
essendo stato con costui alcun tempo e desiderando far miglior frutto che
non faceva sotto la disciplina di quel maestro et in quel luogo, dove non
poteva anco da per sé imparare, ancor che avesse l'inclinazione della
natura, fece pensiero di volere che la stanza sua fusse Fiorenza. Al quale

suo proponimento, aggiuntosi che rimase solo per la morte della madre, fu
assai favorevole la fortuna, perché maritata una sorella che aveva di
piccola età a Lionardo Ricoveri ricco e de' primi cittadini ch'allora fusse in

Arezzo, se n'andò a Fiorenza, dove fra l'opere di molti che vidde, gli
piacque più che quella di tutti gli altri che avevano in quella città operato
nella pittura, la maniera d'Andrea del Sarto e di Iacopo da Puntormo; per
che risolvendosi d'andare a stare con uno di questi due, si stava sospeso a
quale di loro dovesse appigliarsi, quando scoprendosi la Fede e la Carità

fatta dal Puntormo sopra il portico della Nunziata di Firenze, deliberò del
tutto d'andare a star con esso Puntormo, parendogli che la costui maniera
fusse tanto bella, che si potesse sperare che egli, allora giovane, avesse a

passare inanzi a tutti i pittori giovani della sua età, come fu in quel tempo
ferma credenza d'ognuno. Il Lappoli adunque, ancor che fusse potuto
andare a star con Andrea, per le dette cagioni si mise col Puntormo,
appresso al quale continuamente disegnando, era da due sproni per la
concorrenza cacciato alla fatica terribilmente. L'uno si era Giovan Maria dal

Borgo a Sansepolcro, che sotto il medesimo attendeva al disegno et alla
pittura, et il quale, consigliandolo sempre al suo bene, fu cagione che
mutasse maniera e pigliasse quella buona del Puntormo. L'altro (e questi lo

stimolava più forte) era il vedere che Agnolo chiamato il Bronzino era
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