Page 1034 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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mano all'opera vi dipinse dentro la Natività di Gesù Cristo con molto studio
e diligenza. E se bene penò assai a finirla, la condusse tanto bene, che ne
merita scusa, anzi lode infinita, perciò che è opera bellissima. Né si può
credere con quanti avertimenti ogni minima cosa conducesse, et un

casamento rovinato, vicino alla capanna dove è Cristo fanciullino e la
Vergine, è molto bene tirato in prospettiva; nel San Giuseppo et in alcuni
pastori sono molte teste di naturale, cioè Stagio Sassoli pittore et amico di
Niccolò, e Papino dalla Pieve suo discepolo, il quale averebbe fatto a sé et

alla patria, se non fusse morto assai giovane, onor grandissimo. E tre
Angeli che cantano in aria sono tanto ben fatti, che soli basterebbono a
mostrare la virtù e pacienza che infino all'ultimo ebbe Niccolò intorno a
quest'opera, la quale non ebbe sì tosto finita, che fu ricerco dagl'uomini

della Compagnia di Santa Maria della Neve del Monte Sansovino di far loro
una tavola per la detta Compagnia, nella quale fusse la storia della neve
che, fiocando a Santa Maria Maggiore di Roma a' cinque dì d'agosto, fu
cagione dell'edificazione di quel tempio. Niccolò dunque condusse a' sopra

detti la detta tavola con molta diligenza, e dopo fece a Marciano un lavoro
in fresco assai lodato. L'anno poi 1524 avendo nella terra di Prato Messer
Baldo Magini fatto condurre di marmo da Antonio, fratello di Giuliano da
Sangallo, nella Madonna delle Carcere un tabernacolo di due colonne con

suo architrave, cornice e quarto tondo, pensò Antonio di far sì che Messer
Baldo facesse fare la tavola, che andava dentro a questo tabernacolo, a
Niccolò, col quale aveva preso amicizia quando lavorò al Monte San Sovino
nel palazzo del già detto cardinal di Monte. Messolo dunque per le mani a

Messer Baldo, egli, ancor che avesse in animo di farla dipignere ad Andrea
del Sarto, come si è detto in altro luogo, si risolvette, a preghiera e per il
consiglio d'Antonio, di allogarla a Niccolò, il quale, messovi mano, con ogni
suo potere si sforzò di fare una bell'opera, ma non gli venne fatta perché

dalla diligenza in poi non vi si conosce bontà di disegno, né altra cosa, che
molto lodevole sia; perché quella sua maniera dura lo conduceva, con le
fatiche di que' suoi modelli di terra e di cera, a una fine quasi sempre
faticosa e dispiacevole. Né poteva quell'uomo, quanto alle fatiche dell'arte,

far più di quello che faceva, né con più amore. E perché conosceva che
niuno ..., mai si potè per molti anni persuadere che altri gli passasse
innanzi d'eccellenza. In quest'opera adunque è un Dio Padre che manda
sopra quella Madonna la corona della virginità et umiltà per mano d'alcuni

Angeli che le sono intorno, alcuni de' quali suonano diversi stromenti. In
questa tavola ritrasse Niccolò di naturale Messer Baldo ginocchioni a piè
d'un Santo Ubaldo vescovo, e dall'altra banda fece San Giuseppo; e queste
due figure mettono in mezzo l'imagine di quella Nostra Donna che in quel

luogo fece miracoli. Fece di poi Niccolò, in un quadro alto tre braccia, il
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