Page 1040 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI NICCOLÒ DETTO IL TRIBOLO SCULTORE ET
ARCHITETTORE
Raffaello legnaiuolo, soprannominato il Riccio de' Pericoli, il quale abitava
appresso al canto a Monteloro in Firenze, avendo avuto l'anno 1500,
secondo che egli stesso mi raccontava, un figliuolo maschio, il qual volle
che al battesimo fusse chiamato come suo padre Niccolò, deliberò, come
che povero compagno fosse, veduto il putto aver l'ingegno pronto e vivace
e lo spirito elevato, che la prima cosa egli imparasse a leggere e scrivere
bene e far di conto; per che mandandolo alle scuole avvenne, per esser il
fanciullo molto vivo et in tutte l'azzioni sue tanto fiero, che non trovando
mai luogo, era fra gli altri fanciulli e nella scuola e fuori un diavolo che
sempre travagliava e tribolava sé e gli altri, che si perdé il nome di Niccolò
e s'acquistò di maniera il nome di Tribolo, che così fu poi sempre chiamato
da tutti. Crescendo dunque il Tribolo, il padre, così per servirsene come per
rafrenar la vivezza del putto, se lo tirò in bottega insegnandogli il mestiero
suo; ma vedutolo in pochi mesi male atto a cotale esercizio, et anzi
sparutello, magro e male complessionato che no, andò pensando, per
tenerlo vivo, che lasciasse le maggior fatiche di quell'arte e si mettesse a
intagliar legnami. Ma perché aveva inteso che senza il disegno, padre di
tutte l'arti, non poteva in ciò divenire eccellente maestro, volle che il suo
principio fusse impiegar il tempo nel disegno, e perciò gli faceva ritrarre
ora cornici, fogliami e grottesche, et ora altre cose necessarie a cotal
mestiero. Nel che fare, veduto che al fanciullo serviva l'ingegno e
parimente la mano, considerò Raffaello, come persona di giudizio, che egli
finalmente appresso di sé poteva altro imparare che lavorare di quadro;
onde avutone prima parola con Ciappino legnaiuolo e da lui, che molto era
domestico et amico di Nanni Unghero, consigliatone et aiutato, l'acconciò
per tre anni col detto Nanni, in bottega del quale, dove si lavorava
d'intaglio e di quadro, praticavano del continuo Iacopo Sansovino scultore,
Andrea del Sarto pittore et altri, che poi sono stati tanto valentuomini. Ora,
perché il Nanni, il quale in que' tempi era assai eccellente reputato, faceva
molti lavori di quadro e d'intaglio per la villa di Zanobi Bartolini a
Rovezzano, fuor della porta alla Croce e per lo palazzo de' Bartolini, che
allora si faceva murare da Giovanni fratello del detto Zanobi in sulla piazza
di S. Trinità et in Gualfonda pel giardino e casa del medesimo, il Tribolo,
che da Nanni era fatto lavorare senza discrezione, non potendo per la
debolezza del corpo quelle fatiche e sempre avendo a maneggiar seghe,
pialle et altri ferramenti disonesti, cominciò a sentirsi di mala voglia et a
dir al Riccio, che dimandava onde venisse quella indisposizione, che non
pensava poter durare con Nanni in quell'arte, e che perciò vedesse di