Page 1045 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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facciata di San Lorenzo. E perché a ciò fare punto non si tardasse, rimandò
il Papa Michelagnolo a Firenze, e con esso lui fra' Giovanni Agnolo de' Servi,
il quale aveva lavorato alcune cose in Belvedere, acciò gl'aiutasse a
traforar i marmi e facesse alcune statue, secondo che gl'ordinasse esso
Michelagnolo, il quale diede a far un San Cosimo che insieme con un San
Damiano allogato al Montelupo doveva metter in mezzo la Madonna. Date
a far queste, volle Michelagnolo che il Tribolo facesse due statue nude, che
avevano a metter in mezzo quella del duca Giuliano che già aveva fatta
egli, l'una figurata per la Terra coronata di cipresso che dolente et a capo
chino piangesse con le braccia aperte la perdita del duca Giuliano, e l'altra
per lo Cielo, che con le braccia elevate tutto ridente e festoso mostrasse
esser allegro dell'ornamento e splendore che gli recava l'anima e lo spirito
di quel signore. Ma la cattiva sorte del Tribolo se gl'attraversò quando
appunto voleva cominciar a lavorare la statua della Terra, perché, o fusse
la mutazione dell'aria, o la sua debole complessione, o l'aver disordinato
nella vita, s'ammalò di maniera che, convertitasi l'infermità in quartana, se
la tenne adosso molti mesi con incredibile dispiacer di sé, che non era men
tormentato dal dolor d'aver tralasciato il lavoro e dal vedere che il frate e
Raffaello avevano preso campo, che dal male stesso; il quale male volendo
egli vincer per non rimaner dietro agl'emuli suoi, de' quali sentiva far ogni
giorno più celebre il nome, così indisposto fece di terra il modello grande
della statua della Terra, e finitolo, cominciò a lavorare il marmo con tanta
diligenza e sollecitudine, che già si vedeva scoperta tutta la banda dinanzi
la statua, quando la fortuna, che a' bei principii sempre volentieri
contrasta, con la morte di Clemente, allora che meno si temeva, troncò
l'animo a tanti eccellenti uomini che speravano sotto Michelagnolo con
utilità grandissime acquistarsi nome immortale e perpetua fama. Per
questo accidente, stordito il Tribolo e tutto perduto d'animo essendo anche
malato, stava di malissima voglia non vedendo né in Firenze né fuori poter
dare in cosa che per lui fosse; ma Giorgio Vasari, che fu sempre suo amico
e l'amò di cuor et aiutò quanto gli fu possibile, lo confortò con dirgli che
non si smarisse, perché farebbe in modo che il duca Alessandro gli darebbe
che fare, mediante il favore del Magnifico Ottaviano de' Medici, col quale
gli aveva fatto pigliar assai stretta servitù; onde egli ripreso un poco
d'animo, ritrasse di terra nella sagrestia di San Lorenzo, mentre s'andava
pensando al bisogno suo, tutte le figure che aveva fatto Michelagnolo di
marmo, cioè l'Aurora, il Crepuscolo, il Giorno e la Notte, e gli riusciron così
ben fatte, che monsignor Giovan Batista Figiovanni priore di San Lorenzo,
al quale donò la Notte perché gli faceva aprir la sagrestia, giudicandola
cosa rara, la donò al duca Alessandro, che poi la diede al detto Giorgio, che
stava con sua eccellenza, sapendo che egli attendeva a cotali studi; la qual