Page 1041 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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metterlo con Andrea del Sarto, o con Iacopo Sansovini da lui conosciuti in
bottega dell'Unghero, perciò che sperava con qual si volesse di loro farla
meglio e star più sano.
Per queste cagioni dunque il Riccio, pur col consiglio et aiuto del Ciappino,
acconciò il Tribolo con Iacopo Sansovino, che lo prese volentieri per averlo
conosciuto in bottega di Nanni Unghero et aver veduto che si portava bene
nel disegno e meglio nel rilievo. Faceva Iacopo Sansovino, quando il
Tribolo già guarito andò a star seco, nell'opera di Santa Maria del Fiore a
concorrenza di Benedetto da Rovezzano, Andrea da Fiesole e Baccio
Bandinelli, la statua del Sant'Iacopo Apostolo di marmo, che ancor oggi in
quell'Opera si vede insieme con l'altre: per che il Tribolo, con queste
occasioni d'imparare, facendo di terra e disegnando con molto studio, andò
in modo acquistando in quell'arte, alla quale si vedeva naturalmente
inclinato, che Iacopo, amandolo più un giorno che l'altro, cominciò a dargli
animo et a tirarlo innanzi col fargli fare ora una cosa et ora un'altra, onde
se bene aveva allora in bottega il Solosmeo da Settignano e Pippo del
Fabbro, giovani da grande speranza, perché il Tribolo gli passava di gran
lunga non pur gli paragonava, avendo aggiunto la pratica de' ferri al saper
bene fare di terra e di cera, cominciò in modo a servirsi di lui nelle sue
opere che finito l'Apostolo et un Bacco che fece a Giovanni Bartolini per la
sua casa di Gualfonda, togliendo a fare per Messer Giovanni Gaddi suo
amicissimo un camino et un acquaio di pietra di macigno per le sue case,
che sono alla piazza di Madonna, fece fare alcuni putti grandi di terra, che
andavano sopra il cornicione, al Tribolo, il quale gli condusse tanto
straordinariamente bene, che Messer Giovanni, veduto l'ingegno e la
maniera del giovane, gli diede a fare due medaglie di marmo, le quali finite
eccellentemente, furono poi collocate sopra alcune porte della medesima
casa. Intanto cercandosi d'allogare per lo re di Portogallo una sepoltura di
grandissimo lavoro, per essere stato Iacopo discepolo d'Andrea Contucci
dal monte San Sovino et avere nome non solo di paragonare il maestro
suo, uomo di gran fama, ma d'aver anco più bella maniera, fu cotale lavoro
allogato a lui col mezzo de' Bartolini. Là dove, fatto Iacopo un superbissimo
modello di legname, pieno tutto di storie e di figure di cera, fatte la
maggior parte dal Tribolo, crebbe in modo, essendo riuscite bellissime, la
fama del giovane, che Matteo di Lorenzo Strozzi, essendo partito il Tribolo
dal Sansovino parendogli oggimai poter far da sé, gli diede a far certi putti
di pietra e poco poi, essendogli quelli molto piaciuti, due di marmo, i quali
tengono un delfino che vers'acqua in un vivaio, che oggi si vede a San
Casciano, luogo lontano da Firenze otto miglia, nella villa del detto Messer
Matteo. Mentre che queste opere dal Tribolo si facevano in Firenze,
esendoci venuto per sue bisogne Messer Bartolomeo Barbazzi, gentiluomo