Page 1046 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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figura è oggi in Arezzo nelle sue case, con altre cose dell'arte.
Avendo poi il Tribolo ritratto di terra parimente la Nostra Donna fatta da
Michelagnolo per la medesima sagrestia, la donò al detto Magnifico
Ottaviano de' Medici, il quale le fece fare da Batista del Cinque un
ornamento bellissimo di quadro, con colonne, mensole, cornici et altri
intagli molto ben fatti. Intanto col favore di lui che era depositario di sua
eccellenza, fu dato da Bertoldo Casini, proveditor della fortezza che si
murava allora, delle tre arme che secondo l'ordine del Duca s'avevano a
far, per metterne una a ciascun baluardo, a farne una di quattro braccia al
Tribolo con due figure nude, figurate per due vettorie, la qual arme,
condotta con prestezza e diligenza grande e con una giunta di tre
mascheroni che sostengono l'arme e le figure, piacque tanto al Duca, che
pose al Tribolo amore grandissimo: per che, essendo poco appresso andato
a Napoli il Duca per difendersi, innanzi a Carlo Quinto imperatore tornato
allora da Tunisi, da molte calunnie dategli da alcuni suoi cittadini, et
essendosi non pur difeso, ma avendo ottenuto da Sua Maestà per donna la
signora Margherita d'Austria sua figliuola, scrisse a Firenze che si
ordinassero quattro uomini, i quali per tutta la città facessero far ornamenti
magnifici e grandissimi per ricever con magnificenza conveniente
l'imperatore che veniva a Firenze. Onde avendo io a distribuir i lavori di
commissione di sua eccellenza che ordinò che io intervenissi con i detti
quattro uomini, che furono Giovanni Corsi, Luigi Guicciardini, Palla Rucellai
et Alessandro Corsini, diedi a fare al Tribolo le maggiori e più difficili
imprese di quella festa, e furono quattro statue grandi: la prima un Ercole
in atto d'aver occiso l'Idra, alto sei braccia e tutto tondo et inargentato, in
quale fu posto in quell'angolo della piazza di San Felice, che è nella fine di
via Maggio, con questo motto di lettere d'argento nel basamento: "Ut
Hercules labore et aerumnis monstra edomuit, ita Caesar virtute et
clementia, hostibus victis seu placatis, pacem orbi terrarum et quietem
restituit". L'altre furono due colossi d'otto braccia, l'uno figurato per lo
fiume Bagrada che si posava su la soglia di quel serpente, che fu portato a
Roma, e l'altro per l'Ibero con il corno d'Amaltea in una mano e con un
timone nell'altra, coloriti come se fussero stati di bronzo, con queste parole
ne' basamenti, cioè sotto l'Ibero: "Hiberus ex Hispania", e sotto l'altro:
"Bagradas ex Africa". La quarta fu una statua di braccia cinque, in sul canto
de' Medici, figurata per la Pace, la quale aveva in una mano un ramo
d'oliva e nell'altra una face accesa, che metteva fuoco in un monte d'arme
poste in sul basamento dov'ell'era collocata, con queste parole: "Fiat pax in
virtute tua". Non dette il fine che aveva disegnato al cavallo di sette
braccia lungo, che si fece in sulla piazza di S. Trinita, sopra la quale aveva
a essere la statua dell'imperatore armato, perché, non avendo il Tasso