Page 1049 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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quell'opera imperfetta, perciò che avendo maestro Piero tirato molto
innanzi il condotto e l'acque con piena sodisfazione del Duca, volle sua
eccellenza che il Tribolo cominciasse a mettere in opera per ornamento di
quel luogo i disegni et i modelli che già gl'aveva fatto veder, ordinandogli

per allora otto scudi il mese di provisione, come anco aveva il San
Casciano. Ma per non mi confondere nel dir gl'intrigamenti degl'acquidotti e
gl'ornamenti delle fonti fia bene dir brevemente alcune poche cose del
luogo e sito di Castello.

La villa di Castello, posta alle radici di monte Morello sotto la villa della
Topaia, che è a mezza la costa, ha dinanzi un piano che scende a poco a

poco per spazio d'un miglio e mezzo fino al fiume Arno, e là apunto dove
comincia la salita del monte è posto il palazzo, che già fu murato da
Pierfrancesco de' Medici con molto disegno: perché avendo la faccia
principale diritta a mezzo giorno riguardante un grandissimo prato con due

grandissimi vivai pieni d'acqua viva, che viene da uno acquidotto antico
fatto da' Romani per condurre acque da Val di Marina a Firenze, dove sotto
le volte ha il suo bottino, ha bellissima e molto dilettevole veduta. I vivai
dinanzi sono spartiti nel mezzo da un ponte dodici braccia largo che camina

a un viale della medesima larghezza, coperto dagli lati e di sopra nella sua
altezza di dieci braccia, da una continua volta di mori, che caminando
sopra il detto viale lungo braccia trecento, con piacevolissima ombra
conduce alla strada maestra di Prato, per una porta posta in mezzo di due

fontane che servono ai viandanti e a dar bere alle bestie. Dalla banda di
verso levante, ha il medesimo palazzo una muraglia bellissima di stalle, e
di verso ponente un giardino secreto al quale si camina dal cortile delle
stalle, passando per lo piano del palazzo e per mezzo le logge, sale e

camere terrene dirittamente. Dal qual giardin secreto, per una porta alla
banda di ponente, si ha l'entrata in un altro giardino grandissimo, tutto
pieno di frutti e terminato da un salvatico d'abeti, che cuopre le case de'
lavoratori e degl'altri che lì stanno per servigio del palazzo e degl'orti. La

parte poi del palazzo che volta verso il monte a tramontana, ha dinanzi un
prato tanto lungo quanto sono tutti insieme il palazzo, le stalle et il
giardino secreto, e da questo prato si saglie per gradi al giardino principale
cinto di mura ordinarie, il quale acquistando con dolcezza la salita si

discosta tanto dal palazzo alzandosi, che il sole di mezzo giorno lo scuopre
e scalda tutto, come se non avesse il palazzo innanzi. E nell'estremità
rimane tant'alto, che non solamente vede tutto il palazzo, ma il piano che
è dinanzi e d'intorno et alla città parimente. E nel mezzo di questo giardino

un salvatico d'altissimi e folti cipressi, lauri e mortelle, i quali girando in
tondo fanno la forma d'un laberinto circondato di bossoli, alti due braccia e
mezzo e tanto pari e con bell'ordine condotti, che paiono fatti col pennello.
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