Page 1093 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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ringhiera et i giganti, e di sopra avesse poi un altro spartimento di pilastri,
fra' quali fussino archi nel medesimo modo e venisse attorno attorno le
finestre del palazzo vecchio a far facciata intorno intorno al palazzo, e
sopra questi pilastri fare a uso di teatro, con un altro ordine d'archi e di
pilastri, tanto che il ballatoio di quel palazzo facesse cornice ultima a tutto
questo edifizio. Conoscendo Baccio e Giuliano che questa era opera di
grandissima spesa, consultorono insieme di non dovere aprire al Duca il lor
concetto, se non dell'ornamento della udienza dentro alla sala e della
facciata di pietre del Fossato di verso la piazza, per la lunghezza di
ventiquattro braccia, che tanto è la larghezza della sala. Furono fatti di
questa opera disegni e piante da Giuliano, e Baccio poi parlò, con essi in
mano, al Duca: al quale mostrò che nelle nicchie maggiori dalle bande
voleva fare statue di braccia quattro di marmo a sedere sopra alcuni
basamenti, cioè Leone Decimo che mostrasse mettere la pace in Italia e
Clemente Settimo che incoronasse Carlo Quinto, con due statue in nicchie
minori drento alle grandi intorno a' papi, le quali significassino le loro virtù
adoperate e messe in atto da loro. Nella facciata del mezzo, nelle nicchie
di braccia quattro, fra i pilastri voleva fare statue ritte del signor Giovanni,
del duca Alessandro e del duca Cosimo, con molti ornamenti di varie
fantasie d'intagli et uno pavimento tutto di marmi di diversi colori
mischiati. Piacque molto al Duca questo ornamento, pensando che con
questa occasione si dovesse col tempo (come s'è fatto poi) ridurre a fine
tutto il corpo di quella sala, col resto degli ornamenti e del palco, per farla
la più bella stanza d'Italia. E fu tanto il desiderio di sua eccellenza che
questa opera si facesse, che assegnò per condurla ogni settimana quella
somma di danari che Baccio voleva e chiedeva; e fu dato principio che le
pietre del Fossato si cavassino e si lavorassino, per farne l'ornamento del
basamento e colonne e cornici, e tutto volle Baccio che si facesse e
conducesse dagli scarpellini dell'Opera di Santa Maria del Fiore.
Fu certamente questa opera da que' maestri lavorata con diligenza, e se
Baccio e Giuliano l'avessino sollecitata, arebbono tutto l'ornamento delle
pietre finito e murato presto; ma perché Baccio non attendeva se non a
fare abbozzare statue e finire poche del tutto, et a riscuotere la sua
provvisione che ogni mese gli dava il Duca e gli pagava gli aiuti et ogni
minima spesa che per ciò faceva, con dargli scudi cinquecento dell'una
delle statue di marmo finite, perciò non si vedde mai di questa opera il
fine. Ma se con tutto questo Baccio e Giuliano, in un lavoro di tanta
importanza, avessino messo la testa di quella sala in isquadra come si
poteva, che delle otto braccia che aveva di bieco si ritirorono appunto alla
metà, et èvvi in qualche parte mala proporzione come la nicchia del mezzo
e le due dalle bande maggiori che son nane, et i membri delle cornici