Page 1099 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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parendo ancora che egli avesse qualche difetto, lo lasciò così come s'era e
così ancora si truova nell'Opera.

Non si curava del dire delle genti, ma attendeva a farsi ricco et a comprare
possessioni. Nel poggio di Fiesole comperò un bellissimo podere chiamato
lo Spinello, e nel piano sopra San Salvi sul fiume d'Affrico un altro con
bellissimo casamento, chiamato il Cantone, e nella via de' Ginori una gran

casa, la quale il Duca con danari e favori gli fece avere; ma Baccio avendo
acconcio lo stato suo, poco si curava oramai di fare, d'affaticarsi, et
essendo la sepoltura del signor Giovanni imperfetta, e l'udienza della sala
cominciata, et il coro, e l'altare addietro, poco si curava del dire altrui e del

biasimo che per ciò gli fusse dato.
Ma pure avendo murato l'altare e posto l'imbasamento di marmo dove

doveva stare la statua di Dio Padre, avendone fatto un modello, finalmente
la cominciò, e tenendovi scarpellini andava lentamente seguitando. Venne
in que' giorni di Francia Benvenuto Cellini, il quale aveva servito il re

Francesco nelle cose dell'orefice, di che egli era ne' suoi tempi il più
famoso, e nel getto di bronzo aveva a quel re fatto alcune cose; et egli fu
introdotto al duca Cosimo, il quale desiderando d'ornare la città, fece a lui
ancora molte carezze e favori. Dettegli a fare una statua di bronzo di
cinque braccia incirca di uno Perseo ignudo, il quale posava sopra una

femmina ignuda fatta per Medusa, alla quale aveva tagliato la testa, per
porlo sotto uno degli archi della loggia di piazza. Benvenuto mentre che
faceva il Perseo, ancora dell'altre cose faceva al Duca. Ma come avviene

che il figulo sempre invidia e noia il figulo, e lo scultore l'altro scultore, non
potette Baccio sopportare i favori varii fatti a Benvenuto. Parevagli ancora
strana cosa che egli fusse così in un tratto di orefice riuscito scultore, né gli
capiva nell'animo che egli, che soleva fare medaglie e figure piccole,
potesse condur colossi ora e giganti. Né potette il suo animo occultare

Baccio, ma lo scoperse del tutto e trovò chi gli rispose; perché dicendo
Baccio a Benvenuto in presenza del Duca molte parole delle sue mordaci,
Benvenuto, che non era manco fiero di lui, voleva che la cosa andasse del

pari. E spesso ragionando delle cose dell'arte e delle loro proprie, notando i
difetti di quelle, si dicevano l'uno all'altro parole vituperosissime in
presenza del Duca; il quale, perché ne pigliava piacere, conoscendo ne' lor
detti mordaci ingegno veramente et acutezza, gli aveva dato campo franco
e licenza che ciascuno dicesse all'altro ciò che egli voleva dinanzi a lui, ma

fuora non se ne tenesse conto. Questa gara, o più tosto nimicizia, fu
cagione che Baccio sollecitò lo Dio Padre, ma non aveva egli già dal Duca
que' favori che prima soleva, ma s'aiutava per ciò corteggiando e servendo

la Duchessa. Un giorno fra gli altri, mordendosi al solito e scoprendo molte
cose de' fatti loro, Benvenuto guardando e minacciando Baccio, disse:
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