Page 1104 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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marmo quella figura et uno legno, come era appunto grosso e lungo e
largo e bieco quel marmo, acciò che Giorgio lo mostrasse a Roma a
Michelagnolo Buonarroti perché egli ne dicesse il parere suo, e così
movesse il Duca a dargli il marmo, il che tutto fece Giorgio volentieri,

questo fu cagione che 'l Duca dette commessione che e' si turasse un arco
della loggia di piazza e che l'Ammannato facesse un modello grande
quanto aveva a essere il gigante. Inteso ciò Benvenuto, tutto in furia
cavalcò a Pisa, dove era il Duca, dove dicendo lui che non poteva

comportare che la virtù sua fusse conculcata da chi era da manco di lui e
che desiderava di fare a concorrenza dell'Ammannato un modello grande
nel medesimo luogo, volle il Duca contentarlo e gli concesse ch'e' si turasse
l'altro arco della loggia, e fece dar a Benvenuto le materie, acciò facesse

come egli voleva il modello grande a concorrenza dell'Ammannato. Mentre
che questi maestri attendevano a fare questi modelli e che avevano
serrato le loro stanze, sì che né l'uno né l'altro poteva vedere ciò che il
compagno faceva, benché fussino appiccate insieme le stanze, si destò

maestro Giovan Bologna fiammingo scultore, giovane di virtù e di fierezza
non meno che alcuno degli altri. Costui stando col signor don Francesco
principe di Firenze, chiese a sua eccellenza di poter fare un gigante, che
servisse per modello, della medesima grandezza del marmo et il principe

ciò gli concesse. Non pensava già maestro Giovan Bologna d'avere a fare il
gigante di marmo, ma voleva almeno mostrare la sua virtù e farsi tenere
quello che egli era; avuta la licenza dal principe, cominciò ancora egli il suo
modello nel convento di S. Croce. Non volle mancare di concorrere con

questi tre Vincenzio Danti perugino, scultore giovane di minore età di tutti,
non per ottenere il marmo, ma per mostrare l'animosità e l'ingegno suo.
Così messosi a lavorare di suo nelle case di Messer Alessandro di Messer
Ottaviano de' Medici, condusse un modello con molte buone parti grande

come gli altri. Finiti i modelli, andò il Duca a vedere quello dell'Ammannato
e quello di Benvenuto, e piaciutogli più quello dell'Ammannato che quello
di Benvenuto, si risolvé che l'Ammannato avesse il marmo e facesse il
gigante, perché era più giovane di Benvenuto e più pratico né marmi di lui.

Aggiunse all'inclinazione del Duca Giorgio Vasari, il quale con sua
eccellenza fece molti buoni ufizi per l'Ammannato, vedendolo oltre al saper
suo pronto a durare ogni fatica e sperando che per le sue mani si vedrebbe
un'opera eccellente finita in breve tempo. Non volle il Duca allora vedere il

modello di maestro Giovan Bologna, perché non avendo veduto di suo
lavoro alcuno di marmo, non gli pareva che si gli potesse per la prima
fidare, così grande impresa, ancora che da molti artefici e da altri uomini di
giudicio intendesse che 'l modello di costui era in molte parti migliore che

gli altri. Ma se Baccio fusse stato vivo, non sarebbono state tra que'
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