Page 1100 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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"Provvediti Baccio d'un altro mondo, che di questo ti voglio cavare io".
Rispose Baccio: "Fa che io lo sappia un dì innanzi, sì ch'io mi confessi e
faccia testamento e non muoia come una bestia, come sei tu". Per la qual
cosa il Duca, perché molti mesi ebbe preso spasso del fatto loro, gli pose
silenzio, temendo di qualche mal fine, e fece far loro un ritratto grande
della sua testa fino alla cintura, che l'uno e l'altro si gettassi di bronzo,
acciò che chi facesse meglio avesse l'onore. In questi travagli et emulazioni
finì Baccio il suo Dio Padre, il quale ordinò che si mettesse in chiesa sopra
la basa a canto all'altare. Questa figura era vestita et è braccia sei alta e la
murò e finì del tutto. Ma per non la lasciare scompagnata, fatto venire da
Roma Vincenzio de' Rossi scultore suo creato, volendo nell'altare tutto
quello che mancava di marmo farlo di terra, si fece aiutare da Vincenzio a
finire i due Angeli che tengono i candelieri in su' canti, e la maggior parte
delle storie della predella e basamento; messo di poi ogni cosa sopra
l'altare, acciò si vedesse come aveva a stare il fine del suo lavoro, si
sforzava che 'l Duca lo venisse a vedere, innanzi che egli lo scoprisse. Ma il
Duca non volle mai andare, et essendone pregato dalla Duchessa, la quale
in ciò favoriva Baccio, non si lasciò però mai piegare il Duca, e non andò a
vederlo, adirato perché di tanti lavori Baccio non aveva mai finitone alcuno,
et egli pure l'aveva fatto ricco e gli aveva con odio de' cittadini fatto molte
grazie et onoratolo molto. Con tutto questo andava sua eccellenza
pensando d'aiutare Clemente figliuolo naturale di Baccio e giovane valente,
il quale aveva acquistato assai nel disegno, perché e' dovesse toccare a lui
col tempo a finire l'opere del padre.
In questo medesimo tempo, che fu l'anno 1554, venne da Roma, dove
serviva papa Giulio Terzo, Giorgio Vasari aretino per servire sua eccellenza
in molte cose che l'aveva in animo di fare e particularmente innovare di
fabbriche et ornare il palazzo di piazza e fare la sala grande, come s'è di
poi veduto. Giorgio Vasari di poi l'anno seguente condusse da Roma, et
acconciò col Duca, Bartolommeo Ammannati scultore per fare l'altra
facciata dirimpetto all'udienza cominciata da Baccio in detta sala et una
fonte nel mezzo di detta facciata, e subito fu dato principio a fare una
parte delle statue che vi andavano. Conobbe Baccio che 'l Duca non voleva
servirsi più di lui, poi che adoperava altri, di che egli avendo grande
dispiacere e dolore era diventato sì strano e fastidioso, che né in casa né
fuora non poteva alcuno conversare con lui, et a Clemente suo figliuolo
usava molte stranezze e lo faceva patire d'ogni cosa. Per questo Clemente
avendo fatto di terra una testa grande di sua eccellenza per farla di marmo
per la statua dell'udienza, chiese licenza al Duca di partirsi per andare a
Roma per le stranezze del padre; il Duca disse che non gli mancherebbe.
Baccio nella partita di Clemente, che gli chiese licenza, non gli volle dar