Page 1109 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 1109





fine. Ben è vero che in quel mentre fece molte cose, e fra l'altre a Messer
Francesco Guicciardini che allora, essendo tornato da Bologna, si stava in
villa a Montici scrivendo la sua storia, il ritratto di lui, che somigliò assai
ragionevolmente e piacque molto. Similmente ritrasse la signora Angela

de' Rossi, sorella del conte di San Secondo, per lo signor Alessandro Vitelli
suo marito, che allora era alla guardia di Firenze. E per Messer Ottaviano
de' Medici, ricavandolo da uno di fra' Bastiano del Piombo, ritrasse in un
quadro grande et in due figure intere papa Clemente a sedere e fra' Niccolò

della Magna in piede. In un altro quadro ritrasse similmente papa
Clemente a sedere et innanzi a lui inginocchioni Bartolomeo Valori che gli
parla, con fatica e pazienza incredibile. Avendo poi segretamente il detto
Messer Ottaviano pregato Giuliano che gli ritraesse Michelagnolo

Buonarroti, egli messovi mano, poi che ebbe tenuto due ore fermo
Michelagnolo, che si pigliava piacere de' ragionamenti di colui, gli disse
Giuliano: "Michelagnolo, se volete vedervi state su, che già ho fermo l'aria
del viso". Michelagnolo, rizzatosi e veduto il ritratto, disse ridendo a

Giuliano: "Che diavolo avete voi fatto! Voi mi avete dipinto con uno
degl'occhi in una tempia, avertitevi un poco". Ciò udito poi che fu alquanto
stato sopra di sé Giuliano et ebbe molte volte guardato il ritratto et il vivo,
rispose sul saldo: "A me non pare, ma ponetevi a sedere et io vedrò un

poco meglio dal vivo s'egli è così". Il Buonarruoto, che conosceva onde
veniva il difetto et il poco giudizio del Bugiardino, si rimisse subito a sedere
ghignando, e Giuliano riguardò molte volte ora Michelagnolo et ora il
quadro, e poi levato finalmente in piede, disse: "A me pare che la cosa stia

sì come io l'ho disegnata e che il vivo mi mostri così". "Questo è dunque"
soggiunse il Buonarruoto "difetto di natura: seguitate e non perdonate al
pennello, né all'arte." E così finito questo quadro, Giuliano lo diede a esso
Messer Ottaviano, insieme col ritratto di papa Clemente di mano di fra'

Bastiano, sì come volle il Buonarruoto che l'aveva fatto venire da Roma.
Fece poi Giuliano per Innocenzio cardinal Cibo un ritratto del quadro nel
quale già aveva Raffaello da Urbino ritratto papa Leone, Giulio cardinal de'
Medici et il cardinale de' Rossi. Ma in cambio del detto cardinale de' Rossi

fece la testa di esso cardinale Cibo, nella quale si portò molto bene e
condusse il quadro tutto con molta fatica e diligenza. Ritrasse similmente
allora Cencio Guasconi, giovane in quel tempo bellissimo. E dopo fece
all'Olmo a Castello un tabernacolo a fresco, alla villa di Baccio Pedoni, che

non ebbe molto disegno, ma fu ben lavorato con estrema diligenza.
Intanto, sollecitandolo Palla Rucellai a finire la sua tavola, della quale si è
di sopra ragionato, si risolvé a menare un giorno Michelagnolo a vederla, e
così condottolo dove egli l'aveva, poi che gli ebbe raccontato con quanta

fatica avea fatto il lampo che venendo dal cielo spezza le ruote et uccide
   1104   1105   1106   1107   1108   1109   1110   1111   1112   1113   1114