Page 1112 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA DI CRISTOFANO GHERARDI DETTO DOCENO DAL BORGO
SAN SEPOLCRO, PITTORE
Mentre che Raffaello dal Colle del Borgo San Sepolcro, il quale fu discepolo
di Giulio Romano e gli aiutò lavorare a fresco la sala di Gostantino nel
palazzo del Papa in Roma et in Mantoa le stanze del T, dipigneva, essendo
tornato al Borgo, la tavola della cappella di San Gilio et Arcanio, nella
quale fece, imitando esso Giulio e Raffaello da Urbino, la ressurrezzione di
Cristo, che fu opera molto lodata, et un'altra tavola d'un'Assunta ai frati de'
Servi a Città di Castello; mentre (dico) Raffaello queste et altre opere
lavorava nel Borgo sua patria, acquistandosi ricchezze e nome, un giovane
d'anni sedici, chiamato Cristofano e per sopranome Doceno, figliuolo di
Guido Gherardi, uomo d'orrevole famiglia in quella città, attendendo per
naturale inclinazione con molto profitto alla pittura, disegnava e coloriva
così bene e con tanta grazia, che era una maraviglia. Per che, avendo il
sopra detto Raffaello veduto di mano di costui alcuni animali come cani,
lupi, lepri e varie sorti d'uccelli e pesci molto ben fatti, e vedutolo di
dolcissima conversazione e tanto faceto e motteggevole, come che fusse
astratto nel vivere e vivesse quasi alla filosofica, fu molto contento d'avere
sua amistà e che gli praticasse per imparare in bottega. Avendo dunque
sotto la disciplina di Raffaello disegnato Cristofano alcun tempo, capitò al
Borgo il Rosso, con quale avendo fatto amicizia et avuto de' suoi disegni,
studiò Doceno sopra quelli con molta diligenza, parendogli (come quelli che
non aveva veduto altri che di mano di Raffaello) che fussino, come erano in
vero, bellissimi. Ma cotale studio fu da lui interrotto perché, andando
Giovanni de' Turrini dal Borgo allora capitano de' fiorentini con una banda
di soldati borghesi e da Città di Castello alla guardia di Firenze, assediata
dall'esercito imperiale e di papa Clemente, vi andò fra gl'altri soldati
Cristofano, essendo stato da molti amici suoi sviato; ben è vero che vi
andò non meno con animo d'avere a studiare con qualche commodo le
cose di Fiorenza che di militare, ma non gli venne fatto, perché Giovanni
suo capitano ebbe in guardia non alcun luogo della città, ma i bastioni del
monte di fuora. Finita quella guerra, essendo non molto dopo alla guardia
di Firenze il signor Alessandro Vitelli da Città di Castello, Cristofano tirato
dagl'amici e dal disiderio di vedere le pitture e sculture di quella città, si
mise come soldato in detta guardia, nella quale mentre dimorava avendo
inteso il signor Alessandro da Battista della Bilia, pittore e soldato da Città
di Castello, che Cristofano attendeva alla pittura et avuto un bel quadro di
sua mano, avea disegnato mandarlo con detto Battista della Bilia e con un