Page 1116 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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Cristofano, ebbe compagnia: perciò che, venuto da Camaldoli a Bologna
Stefano Veltroni dal Monte San Savino, cugino del Vasari, che avea
abbozzata la tavola del Deposto, fecero ambidue quell'opera insieme e
tanto bene, che riuscì maravigliosa.
Lavorava Cristofano le grottesche tanto bene, che non si poteva veder
meglio, ma non dava loro una certa fine che avesse perfezzione. E per
contrario Stefano mancava d'una certa finezza e grazia, perciò che le
pennellate non facevano a un tratto restare le cose ai luoghi loro, onde
perché era molto paziente, se ben durava più fatica, conduceva finalmente
le sue grottesche con più diligenza e finezza. Lavorando dunque costoro a
concorrenza l'opera di questo fregio, tanto faticarono l'uno e l'altro, che
Cristofano imparò a finire da Stefano e Stefano imparò da lui a essere più
fino e lavorare da maestro. Mettendosi poi mano ai festoni grossi, che
andavano a mazzi intorno alle finestre, il Vasari ne fece uno di sua mano,
tenendo innanzi frutte naturali per ritrarle dal vivo, e ciò fatto, ordinò che
tenendo il medesimo modo, Cristofano e Stefano seguitassono il
rimanente, uno da una banda e l'altro dall'altra della finestra; e così a una
a una l'andassono finendo tutte, promettendo a chi di loro meglio si
portasse nel fine dell'opera un paio di calze di scarlatto. Per che,
gareggiando amorevolmente costoro per l'utile e per l'onore, si misero
dalle cose grande a ritrarre insino alle minutissime, come migli, panichi,
ciocche di finocchio et altre simili, di maniera che furono que' festoni
bellissimi et ambidue ebbero il premio delle calze di scarlatto dal Vasari, il
quale si affaticò molto perché Cristofano facesse da sé parte di disegni
delle storie, che andarono nel fregio, ma egli non volle mai. Onde mentre
che Giorgio gli faceva da sé, condusse i casamenti di due tavole con grazia
e bella maniera, a tanta perfezzione, che un maestro di gran iudizio, ancor
che avesse avuto i cartoni innanzi, non arebbe fatto quello che fece
Cristofano, e di vero, non fu mai pittore che facesse da sé, e senza studio,
le cose che a costui venivano fatte. Avendo poi finito di tirare innanzi i
casamenti delle due tavole, mentre che il Vasari conduceva a fine le venti
storie dell'Apocalisse per lo detto fregio, Cristofano nella tavola dove San
Gregorio (la cui testa è il ritratto di papa Clemente VII) mangia con que'
dodici poveri, fece Cristofano tutto l'apparecchio del mangiare molto
vivamente e naturalissimo. Essendosi poi messo mano alla terza tavola,
mentre Stefano facea mettere d'oro l'ornamento delle altre due, si fece
sopra due capre di legno un ponte in sul quale, mentre il Vasari lavorava
da una banda in un sole i tre Angeli che apparvero ad Abraam nella valle
Mambre, faceva dall'altra banda Cristofano certi casamenti. Ma perché egli
faceva sempre qualche trabiccola di predelle, deschi e tal volta di catinelle
a rovescio e pentole, sopra le quali saliva, come uomo a caso che egli era,