Page 1119 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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quadri grandi a olio. Essendo poi pregato il Vasari da Michele San Michele
architettore veronese di fermarsi in Vinezia, si sarebbe forse volto a starvi
qualche anno, ma Cristofano ne lo dissuase sempre, dicendo che non era
bene fermarsi in Vinezia, dove non si tenea conto del disegno, né i pittori
in quel luogo l'usavano, senzaché i pittori sono cagione che non vi
s'attende alle fatiche dell'arti, e che era meglio tornare a Roma, che è la
vera scuola dell'arti nobili e vi è molto più riconosciuta la virtù che a
Vinezia. Aggiunte adunque alla poca voglia che il Vasari aveva di starvi le
disuasioni di Cristofano, si partirono amendue. Ma perché Cristofano,
essendo ribello dello stato di Firenze, non poteva seguitare Giorgio, se ne
tornò a San Giustino dove non fu stato molto, facendo sempre qualcosa per
lo già detto abbate, che andò a Perugia la prima volta che vi andò papa
Paulo Terzo, dopo le guerre fatte con i perugini, dove nell'apparato che si
fece per ricevere Sua Santità, si portò in alcune cose molto bene, e
particolarmente al portone detto di frate Rinieri, dove fece Cristofano,
come volle monsignor della Barba allora quivi governatore, un Giove
grande irato et un altro placato, che sono due bellissime figure, e dall'altra
banda fece un Atlante col mondo addosso et in mezzo a due femine, che
avevano una la spada e l'altra le bilance in mano. Le quali opere, con
molte altre che fece in quelle feste Cristofano, furono cagione che fatta poi
murare dal medesimo pontefice in Perugia la cittadella, Messer Tiberio
Crispo, che allora era governatore e castellano, nel fare dipignere molte
stanze volle che Cristofano, oltre quello che vi avea lavorato Lattanzio
pittore marchigiano insin allora, vi lavorasse anch'egli. Onde Cristofano non
solo aiutò al detto Lattanzio, ma fece poi di sua mano la maggior parte
delle cose migliori, che sono nelle stanze di quella fortezza dipinte. Nella
quale lavorò anco Raffaello dal Colle et Adone Doni d'Ascesi, pittore molto
pratico e valente, che ha fatto molte cose nella sua patria et in altri luoghi.
Vi lavorò anco Tommaso del Papa Celio pittore cortonese; ma il meglio che
fusse fra loro e vi acquistasse più lode, fu Cristofano, onde messo in grazia
da Lattanzio del detto Crispo, fu poi sempre molto adoperato da lui.
Intanto avendo il detto Crispo fatto una nuova chiesetta in Perugia, detta
Santa Maria del Popolo, e prima del Mercato, et avendovi cominciata
Lattanzio una tavola a olio, vi fece Cristofano di sua mano tutta la parte di
sopra, che invero è bellissima e molto da lodare. Essendo poi fatto
Lattanzio, di pittore bargello di Perugia, Cristofano se ne tornò a San
Giustino, vi si stette molti mesi pur lavorando per lo detto signor abate
Bufolini. Venuto poi l'anno 1543 avendo Giorgio a fare per lo illustrissimo
cardinal Farnese una tavola a olio per la Cancelleria grande et un'altra
chiesa di Santo Agostino, per Galeotto da Girone, mandò per Cristofano, il
quale andato ben volentieri, come quello che avea voglia di veder Roma, vi