Page 1108 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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braccia larga e cinque alta, con alcuni drapelloni ai piedi con l'arme de'
Rucellai. Dando essi addunque a fare quest'opera a Giuliano, egli fece nel
corpo di detta bandiera quattro figuroni grandi, molto ben fatti, cioè San
Cosimo e Damiano e San Piero e San Paulo, le quali furono pitture

veramente bellissime e fatte con più diligenza che mai fusse stata fatta
altra opera in drappo. Queste et altre opere di Giuliano avendo veduto
Mariotto Albertinelli e conosciuto quanto fusse diligente in osservare i
disegni che se gli mettevano innanzi, senza uscirne un pelo, in que' giorni

che si dispose abbandonare l'arte, gli lasciò a finire una tavola che già fra'
Bartolomeo di S. Marco suo compagno et amico avea lasciata solamente
disegnata et aombrata con l'acquerello in sul gesso della tavola, sì come
era di suo costume. Giuliano addunque messovi mano, con estrema

diligenza e fatica condusse quest'opera, la quale fu allora posta nella
chiesa di San Gallo fuor della porta, la quale chiesa e convento fu poi
rovinato per l'assedio, e la tavola portata dentro e posta nello spedal de'
preti in via di San Gallo; di lì poi nel convento di San Marco et ultimamente

in San Iacopo tra' Fossi al canto agl'Alberti, dove al presente è collocata
all'altare maggiore. In questa tavola è Cristo morto, la Madalena che
gl'abbraccia i piedi e San Giovanni Evangelista che gli tiene la testa e lo
sostiene sopra un ginocchio; èvvi similmente San Piero che piagne e San

Paulo che aprendo le braccia contempla il suo signore morto. E per vero
dire, condusse Giuliano questa tavola con tanto amore e con tanta
avvertenza e giudizio, che come ne fu allora, così ne sarà sempre et a
ragione sommamente lodato. E dopo questa finì a Cristofano Rinieri il

rapimento di Dina in un quadro, stato lasciato similmente imperfetto dal
detto fra' Bartolomeo, al quale quadro ne fece un altro simile che fu
mandato in Francia. Non molto dopo, essendo tirato a Bologna da certi
amici suoi, fece alcuni ritratti di naturale et in San Francesco dentro al coro

nuovo in una capella una tavola a olio, dentrovi la Nostra Donna e due
Santi, che fu allora tenuta in Bologna, per non esservi molti maestri, buona
e lodevole opera. E dopo, tornato a Fiorenza, fece per non so chi cinque
quadri della vita di Nostra Donna, i quali sono oggi in casa di maestro

Andrea Pasquali medico di sua eccellenza et uomo singolarissimo.
Avendogli dato Messer Palla Rucellai a fare una tavola, che dovea porsi al

suo altare in Santa Maria Novella, Giuliano incominciò a farvi entro il
martirio di Santa Caterina vergine, ma è gran cosa, la tenne dodici anni fra
mano, né mai la condusse in detto tempo a fine, per non avere invenzione,
né sapere come farsi le tante varie cose che in quel martirio intervenivono;

e se bene andava ghiribizzando sempre come potevono stare quelle ruote
e come doveva fare la saetta et incendio che le abbruciò, tuttavia mutando
quello che un giorno aveva fatto l'altro, in tanto tempo non le diede mai
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