Page 1106 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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vede di fuori la piazza e di dentro tutta la sala; così potranno i principi e'
signori stare a vedere senza essere veduti tutte le feste che vi si faranno
con molto commodo loro e piacere, e ritirarsi poi nelle camere e
camminare per le scale segrete e pubbliche per tutte le stanze del palazzo.

Nondimeno a molti è dispiaciuto il non avere in un'opera sì bella e sì
grande messo in isquadra quel lavoro, e molti arebbono voluto smurarlo e
rimurarlo poi in isquadra, ma è stato giudicato ch'e' sia meglio il seguitare
così quel lavoro, per non parere maligno contro a Baccio e prosuntuoso, et

aremo dimostro che e' non ci bastasse l'animo di correggere gli errori e
mancamenti trovati e fatti da altri.

Ma tornando a Baccio, diciamo che le virtù sue sono state sempre
conosciute in vita, ma molto più saranno conosciute e desiderate dopo la
morte. E molto più ancora sarebbe egli stato vivendo conosciuto quello che
era et amato, se dalla natura avesse avuto grazia d'essere più piacevole e

più cortese: perché l'essere il contrario e molto villano di parole gli toglieva
la grazia delle persone et oscurava le sue virtù, e faceva che dalla gente
erano con malanimo et occhio bieco guardate l'opere sue, e perciò non
potevano mai piacere. Et ancora che egli servisse questo e quel signore e

sapesse servire per la sua virtù, faceva nondimeno i servizii con tanta mala
grazia, che niuno era che grado di ciò gli sapesse. Ancora il dire sempre
male e biasimare le cose d'altri era cagione che nessuno lo poteva patire, e
dove altri gli poteva rendere il cambio, gli era reso addoppio, e ne'

magistrati senza rispetto a' cittadini diceva villania, e da loro ne ricevé
parimente. Piativa e litigava d'ogni cosa volentieri e continovamente visse
in piati, e di ciò pareva che trionfasse. Ma perché il suo disegnare, al che si
vede che egli più che ad altro attese, fu tale e di tanta bontà, che supera

ogni suo difetto di natura e lo fa conoscere per uomo raro di questa arte,
noi perciò non solamente lo annoveriamo tra i maggiori, ma sempre
abbiamo avuto rispetto all'opere sue e cerco abbiamo non di guastarle, ma
di finirle e di fare loro onore: imperò che ci pare che Baccio veramente sia

di quelli uno che onorata lode meritono e fama eterna. Abbiamo riservato
nell'ultimo di far menzione del suo cognome, perciò che egli non fu sempre
uno, ma variò: ora de' Brandini, ora de' Bandinelli facendosi lui chiamare;
prima il cognome de' Brandini si vede intagliato nelle stampe dopo il nome

di Baccio; di poi più gli piacque questo de' Bandinelli, il quale insino al fine
ha tenuto e tiene, dicendo che i suoi maggiori furono de' Bandinelli di Siena
i quali già vennono a Gaiuole e da Gaiuole a Firenze.



IL FINE DELLA VITA DI BACCIO BANDINELLI, SCULTORE FIORENTINO


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