Page 114 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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dove, di continuo esercitandosi, l'aiutò in poco tempo talmente la natura,
che passò di gran lunga, sì nel disegno come nel colorire, la maniera de'
maestri che gli insegnavano; i quali, non si curando passar più innanzi,
avevano fatte quelle opre nel modo che elle si veggono oggi, cioè non

nella buona maniera greca antica, ma in quella goffa moderna di que'
tempi; e perché, sebbene imitò que' Greci, aggiunse molta perfezzione
all'arte, levandole gran parte della maniera loro goffa, onorò la sua patria
col nome e con l'opre che fece; di che fanno fede in Fiorenza le pitture che

egli lavorò, come il dossale dell'altare di S. Cecilia, et in S. Croce una
tavola drentovi una Nostra Donna, la quale fu et è ancora appoggiata in
uno pilastro a man destra intorno al coro. Doppo la quale fece in una
tavoletta in campo d'oro un S. Francesco, e lo ritrasse, il che fu cosa nuova

in que' tempi, di naturale, come seppe il meglio, et intorno a esso tutte
l'istorie della vita sua in venti quadretti pieni di figure picciole in campo
d'oro. Avendo poi preso a fare per i monaci di Vall'Ombrosa nella Badia di
Santa Trinita di Fiorenza una gran tavola, mostrò in quell'opera, usandovi

gran diligenza per rispondere alla fama che già era conceputa di lui,
migliore invenzione, e bel modo nell'attitudini d'una Nostra Donna, che
fece col Figliuolo in braccio e con molti Angeli intorno che l'adoravano in
campo d'oro; la qual tavola finita, fu posta, da que' monaci in sull'altar

maggiore di detta chiesa, donde essendo poi levata, per dar quel luogo alla
tavola che v'è oggi di Alesso Baldovinetti, fu posta in una cappella minor
della navata sinistra di detta chiesa. Lavorando poi in fresco allo Spedale
del Porcellana sul canto della via Nuova che va in Borgo Ogni Santi, nella

facciata dinanzi che ha in mezzo la porta principale, da un lato la Vergine
Annunziata da l'Angelo, e da l'altro Gesù Cristo con Cleofas e Luca, figure
grandi quanto il naturale, levò via quella vecchiaia, facendo in quest'opra, i
panni, e le vesti, e l'altre cose un poco più vive, e naturali, e più morbide

che la maniera di que' Greci, tutta piena di linee e di proffili così nel
musaico come nelle pitture; la qual maniera scabrosa e goffa et ordinaria
avevano, non mediante lo studio, ma per una cotal usanza insegnato l'uno
all'altro per molti e molti anni i pittori di que' tempi, senza pensar mai a

migliorare il disegno, a bellezza di colorito, o invenzione alcuna che buona
fusse. Essendo dopo quest'opera richiamato Cimabue dallo stesso
guardiano che gl'aveva fatto fare l'opere di S. Croce, gli fece un Crocifisso
grande in legno che ancora oggi si vede in chiesa; la quale opera fu

cagione, parendo al guardiano esser stato servito bene, che lo conducesse
in S. Francesco di Pisa loro convento, a fare in una tavola un S. Francesco,
che fu da que' popoli tenuto cosa rarissima, conoscendosi in esso un certo
che più di bontà, e nell'aria della testa e nelle pieghe de' panni, che nella

maniera greca non era stata usata in sin allora da chi aveva alcuna cosa
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