Page 119 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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VITA D'ARNOLFO DI LAPO ARCHITETTO FIORENTINO



Essendosi ragionato nel Proemio delle Vite d'alcune fabriche di maniera
vecchia non antica, e taciuto, per non sapergli, i nomi degli architetti che le
fecero fare, farò menzione nel proemio di questa vita d'Arnolfo d'alcuni altri

edifizii fatti ne' tempi suoi o poco innanzi, de' quali non si sa similmente chi
furono i maestri, e poi di quelli che furono fatti nei medesimi tempi, de'
quali si sa chi furono gli architettori, o per riconoscersi benissimo la

maniera d'essi edifizii, o per averne notizia avuto mediante gli scritti e
memorie lasciate da loro nelle opere fatte. Né sarà ciò fuor di proposito,
perché sebbene non sono né di bella né di buona maniera, ma solamente
grandissimi e magnifici, sono degni nondimento di qualche considerazione.
Furono fatti dunque al tempo di Lapo e d'Arnolfo suo figliuolo molti edifizii

d'importanza in Italia e fuori, de' quali non ho potuto trovare io gli
architettori, come sono la Badia di Monreale in Sicilia, il Piscopio di Napoli,
la Certosa di Pavia, il Duomo di Milano, S. Piero e S. Petronio di Bologna, et

altri molti che per tutta Italia fatti con incredibile spesa si veggiono; i quali
tutti edificii avendo io veduti e considerati, e così molte sculture di que'
tempi, e particolarmente in Ravenna, e non avendo trovato mai non che
alcuna memoria de' maestri, ma né anche molte volte in che millesimo
fussero fatte, non posso se non maravigliarmi della goffezza e poco

desiderio di gloria degl'uomini di quell'età. Ma tornando a nostro proposito,
dopo le fabriche dette di sopra, cominciarono pure a nascere alcuni di
spirito più elevato, i quali se non trovarono, cercarono almeno di trovar

qualche cosa di buono. Il primo fu Buono, del quale non so né la patria né
il cognome, perché egli stesso, facendo memoria di sé in alcuna delle sue
opere, non pose altro che semplicemente il nome. Costui, il quale fu
scultore et architetto, fece primieramente in Ravenna molti palazzi e
chiese, et alcune sculture negli anni di nostra salute 1152, per le quali cose

venuto in cognizione, fu chiamato a Napoli dove fondò, sebbene furono
finiti da altri come si dirà, Castel Capoano e Castel dell'Uovo, e dopo, al
tempo di Domenico Morosini doge di Vinezia, fondò il campanile di S.

Marco con molta considerazione e giudizio, avendo così bene fatto
palificare e fondare la platea di quella torre, ch'ella non ha mai mosso un
pelo, come aver fatto molti edifizii fabricati in quella città inanzi a lui si è
veduto e si vede. E da lui forse appararono i Viniziani a fondare, nella
maniera che oggi fanno, i bellissimi e ricchissimi edifizii che ogni giorno si

fanno magnificamente in quella nobilissima città. Bene è vero che non ha
questa torre altro di buono in sé, né maniera né ornamento, né insomma
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