Page 118 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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sua opera posto alcun fallo o difetto, o elli da sé l'avessi veduto, ché, come
accade molte volte, l'artefice pecca per difetto della materia, in che
adopra, o per mancamento ch'è nello strumento con ch'e' lavora,
immantenente quell'opra disertava, fussi cara quanto volesse. Fu et è
Giotto in tra li dipintori il più sommo della medesima città di Firenze, e le
sue opere il testimoniano a Roma, a Napoli, a Vignone, a Firenze, a Padova
et in molte parti del mondo, etc.". Il qual comento è oggi appresso il molto
reverendo don Vincenzio Borghini priore degl'Innocenti, uomo non solo per
nobiltà, bontà e dottrina chiarissimo, ma anco così amatore et intendente
di tutte l'arti migliori, che ha meritato esser giudiziosamente eletto dal
signor duca Cosimo in suo luogotenente nella nostra Accademia del
Disegno.
Ma per tornare a Cimabue, oscurò Giotto veramente la fama di lui, non
altrimenti che un lume grande faccia lo splendore d'un molto minore;
perciò che sebbene fu Cimabue quasi prima cagione della rinovazione
dell'arte della pittura, Giotto nondimeno, suo creato, mosso da lodevole
ambizione et aiutato dal cielo e dalla natura, fu quegli che andando più
alto col pensiero, aperse la porta della verità a coloro che l'hanno poi
ridotta a quella perfezzione e grandezza, in che la veggiamo al secolo
nostro; il quale, avezzo ogni dì a vedere le maraviglie, i miracoli, e
l'impossibilità degli artefici in quest'arte, è condotto oggimai a tale, che di
cosa che facciano gli uomini, benché più divina che umana sia, punto non si
maraviglia. E buon per coloro che lodevolmente s'affaticano, se in cambio
d'essere lodati et ammirati, non ne riportassero biasimo e molte volte
vergogna. Il ritratto di Cimabue si vede di mano di Simone sanese nel
capitolo di S. Maria Novella fatto in profilo nella storia della Fede, in una
figura che ha il viso magro, la barba piccola, rossetta et appuntata, con un
capuccio secondo l'uso di quei tempi, che lo fascia intorno intorno e sotto la
gola con bella maniera. Quello che gli è a lato è l'istesso Simone maestro
di quell'opera, che si ritrasse da sé con due specchi per fare la testa di
profilo, ribattendo l'uno nell'altro. E quel soldato coperto d'arme che è fra
loro, è, secondo si dice, il conte Guido Novello, signore allora di Poppi.
Restami a dire di Cimabue, che nel principio d'un nostro libro, dove ho
messo insieme disegni di propria mano di tutti coloro che da lui in qua
hanno disegnato, si vede di sua mano alcune cose piccole fatte a modo di
minio, nelle quali, come ch'oggi forse paino anzi goffe che altrimenti, si
vede quanto per sua opera acquistasse di bontà il disegno.
FINE DELLA VITA DI CIMABUE