Page 123 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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seguitò in tutte le parti, eccetto che nelle spalle di sopra che avevano a
mettere in mezzo la tribuna e capella maggiore, e fare le volte a crociere,
perché non le fecero come si è detto, ma in mezzo tondo a botte perché
fussero più forti. Misero poi dinanzi alla capella maggiore della chiesa di

sotto, l'altare, e sotto quello quando fu finito collocarono con solennissima
traslazione il corpo di S. Francesco. E perché la propria sepoltura che serba
il corpo del glorioso Santo è nella prima, cioè nella più bassa chiesa, dove
non va mai nessuno e che ha le porte murate, intorno al detto altare sono

grate di ferro grandissime con ricchi ornamenti di marmo e di musaico, che
laggiù riguardano. È accompagnata questa muraglia dall'uno dei lati da due
sagrestie e da un campanile altissimo, cioè cinque volte alto quanto egli è
largo. Aveva sopra una piramide altissima a otto facce, ma fu levata

perché minacciava rovina. La quale opera tutta fu condotta a fine nello
spazio di quattro anni e non più, dall'ingegno di maestro Jacopo tedesco e
dalla sollecitudine di frate Elia, dopo la morte del quale, perché tanta
macchina per alcun tempo mai non rovinasse, furono fatti intorno alla

chiesa di sotto 12 gagliardissimi torrioni, et in ciascun d'essi una scala a
chiocciola che saglie da terra insino in cima. E col tempo poi vi sono state
fatte molte capelle et altri ricchissimi ornamenti, dei quali non fa bisogno
altro raccontare, essendo questo intorno a ciò per ora a bastanza, e

massimamente potendo ognuno vedere quanto a questo principio di
maestro Jacopo abbiano aggiunto utilità, ornamento, e bellezza molti
Sommi Pontefici, Cardinali, Principi, et altri gran personaggi di tutta
Europa.

Ora per tornare a maestro Jacopo, egli mediante questa opera si acquistò
tanta fama per tutta Italia, che fu da chi governava allora la città di Firenze

chiamato, e poi ricevuto quanto più non si può dire volentieri, sebbene,
secondo l'uso che hanno i Fiorentini, e più avevano anticamente,
d'abbreviare i nomi, non Jacopo, ma Lapo lo chiamarono in tutto il tempo
di sua vita, perché abitò sempre con tutta la sua famiglia questa città. E

sebbene andò in diversi tempi a fare molti edifizii per Toscana, come fu in
Casentino il palazzo di Poppi a quel Conte, che aveva avuto per moglie la
bella Gualdrada et in dote il Casentino, agl'Aretini il Vescovado, et il
Palazzo Vecchio de' Signori di Pietramala, fu nondimeno sempre la sua

stanza in Firenze, dove fondate l'anno 1218 le pile del ponte alla Carraia,
che allora si chiamò il ponte Nuovo, le diede finite in due anni, et in poco
tempo poi fu fatto il rimanente di legname come allora si costumava. E
l'anno 1221 diede il disegno e fu cominciata con ordine suo la chiesa di S.

Salvadore del Vescovado, e quella di S. Michele a piazza Padella, dove
sono alcune sculture della maniera di quei tempi. Poi, dato il disegno di
scolare l'acque della città, fatto alzare la piazza S. Giovanni, e fatto al
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