Page 125 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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marmo e di macigno, e metterne parte dietro al campanile nella facciata
della calonaca allato alla Compagnia di S. Zanobi; e rincrostar poi di marmi
neri di Prato tutte le otto facciate di fuori di detto S. Giovanni, levandone i
macigni che prima erano fra que' marmi antichi.

Volendo in questo mentre i Fiorentini murare in Valdarno di sopra il castello
di S. Giovanni e Castelfranco, per commodo della città e delle vettovaglie,

mediante i mercati, ne fece Arnolfo il disegno l'anno 1295, e sotisfece di
maniera così in questa, come aveva fatto nell'altre cose, che fu fatto
cittadino fiorentino.

Dopo queste cose deliberando i Fiorentini, come racconta Giovanni Villani
nelle sue Istorie, di fare una chiesa principale nella loro città, e farla tale,
che per grandezza e magnificenza, non si potesse desiderare né maggiore

né più bella dall'industria e potere degli uomini, fece Arnolfo il disegno et il
modello del non mai abbastanza lodato tempio di S. Maria del Fiore,
ordinando che s'incrostasse di fuori tutto di marmi lavorati, con tante

cornici, pilastri, colonne, intagli di fogliami, figure, et altre cose, con quante
egli oggi si vede condotta, se non interamente, a una gran parte almeno
della sua perfezzione. E quello che in ciò fu sopra tutte l'altre cose
maraviglioso, fu questo, che, incorporando oltre S. Reparata altre piccole
chiese e case che e' erano intorno, nel fare la pianta, che è bellissima, fece

con tanta diligenza e giudizio fare i fondamenti di sì gran fabrica larghi e
profondi, riempiendogli di buona materia, cioè di ghiaia e calcina, e di
pietre grosse in fondo, là dove ancora la piazza si chiama lungo i

fondamenti, che eglino hanno benissimo potuto, come oggi si vede,
reggere il peso della gran macchina della cupola, che Filippo di ser
Brunellesco le voltò sopra. Il principio dei quali fondamenti, e di tanto
tempio, fu con molta solennità celebrato: perciò che il giorno della Natività
di Nostra Donna del 1298 fu gettata la prima pietra dal cardinale legato del

Papa, in presenza non pure di molti Vescovi e di tutto il clero, ma del
Podestà ancora, Capitani, Priori, et altri magistrati della città, anzi di tutto
il popolo di Firenze, chiamandola S. Maria del Fiore. E perché si stimò le

spese di questa fabrica dover essere, come poi sono state, grandissime, fu
posta una gabella alla camera del Comune di quattro danari per lira di
tutto quello che si mettesse a uscita, e due soldi per testa l'anno; senzaché
il Papa et il legato concedettono grandissime indulgenze a coloro che per
ciò le porgessino limosine.

Non tacerò ancora, che oltre ai fondamenti larghissimi e profondi quindici

braccia, furono con molta considerazione fatti a ogni angolo dell'otto facce
quegli sproni di muraglie, perciò che essi furono poi quelli che assicurarono
l'animo del Brunellesco a porvi sopra molto maggior peso di quello che
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