Page 130 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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lasciò gran numero di danari, perché si desse a quella fabrica fine.
Nicola, dunque, essendosi fatto conoscere per molto miglior maestro che
Fuccio non era, fu chiamato a Bologna l'anno 1225, essendo morto S.
Domenico Calagora primo istitutore dell'ordine de' frati Predicatori, per fare
di marmo la sepoltura del detto Santo; onde convenuto con chi aveva di ciò
la cura, le fece piena di figure in quel modo ch'ella ancor oggi si vede, e la
diede finita l'anno 1231 con molta sua lode, essendo tenuta cosa singulare,
e la migliore di quante opere infino allora fussero di scultura state lavorate.
Fece similmente il modello di quella chiesa e d'una gran parte del
convento.
Dopo, ritornato Nicola in Toscana, trovò che Fuccio s'era partito di Firenze,
e andato in que' giorni, che da Onorio fu coronato Federigo imperadore, a
Roma, e di Roma con Federigo a Napoli, dove finì il castello di Capoana,
oggi detta la Vicherìa, dove sono tutti i tribunali di quel regno, e così Castel
dell'Uovo, e dove fondò similmente le torri, fece le porte sopra il fiume del
Volturno alla città di Capua, un barco cinto di mura per l'uccellagioni presso
a Gravina, et a Melfi un altro per le cacce di verno, oltre a molte altre cose
che per brevità non si raccontano.
Nicola, intanto, trattenendosi in Firenze, andava non solo esercitandosi
nella scultura, ma nell'architettura ancora, mediante le fabriche che
s'andavano con un poco di buon disegno facendo per tutta Italia, e
particolarmente in Toscana. Onde si adoperò non poco nella fabrica della
Badia di Settimo, non stata finita dagli esecutori del conte Ugo di
Andeborgo, come l'altre sei, secondo che si disse di sopra. E sebbene si
legge nel campanile di detta Badia in un epitaffio di marmo: Gugliel. me
fecit, si conosce nondimeno alla maniera, che si governava col consiglio di
Nicola; il quale in que' medesimi tempi fece in Pisa il Palazzo degli Anziani
vecchio, oggi stato disfatto dal duca Cosimo per fare nel medesimo luogo,
servendosi d'una parte del vecchio, il magnifico palazzo e convento della
nuova religione de' Cavaglieri di S. Stefano, col disegno e modello di
Giorgio Vasari aretino pittore et architettore, il quale si è accomodato come
ha potuto il meglio, sopra quella muraglia vecchia, riducendola alla
moderna.
Fece similmente Nicola in Pisa molti altri palazzi e chiese, e fu il primo,
essendosi smarrito il buon modo di fabricar, che mise in uso fondar gli
edifizii a Pisa in sui pilastri, e sopra quelli voltare archi, avendo prima
palificato sotto i detti pilastri; perché facendosi altrimenti, rotto il primo
piano sodo del fondamento, le muraglie calavano sempre; dove il palificare
rende sicurissimo l'edifizio, sì come la sperienza ne dimostra. Col suo
disegno fu fatta ancora la chiesa di S. Michele in borgo de' monaci di