Page 126 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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forse Arnolfo aveva pensato di porvi.
Dicesi, che cominciandosi di marmo le due prime porte de' fianchi di S.

Maria del Fiore, fece Arnolfo intagliare in un fregio alcune foglie di fico, che
erano l'arme sua e di maestro Lapo suo padre, e che perciò si può credere,
che da costui avesse origine la famiglia dei Lapi, oggi nobile in Fiorenza.
Altri dicono similmente, che dei discendenti d'Arnolfo discese Filippo di ser

Brunellesco. Ma lasciando questo, perché altri credono che i Lapi siano
venuti da Figaruolo, castello in su le foci del Po, e tornando al nostro
Arnolfo, dico che per la grandezza di quest'opera egli merita infinita lode e
nome eterno, avendola massimamente fatta incrostare di fuori tutta di

marmo di più colori, e dentro di pietra forte, e fatte insino le minime
cantonate di quella stessa pietra. Ma perché ognuno sappia la grandezza a
punto di questa maravigliosa fabrica, dico che dalla porta insino all'ultimo
della capella di S. Zanobi, è la lunghezza di braccia dugentosessanta; è

larga nelle crociere centosessantasei, nelle tre navi braccia sessantasei; la
nave sola del mezzo è alta braccia settantadue, e l'altre due navi minori
braccia quarantotto; il circuito di fuori di tutta la chiesa è braccia 1280; la
cupola è da terra insino al piano della lanterna braccia

centocinquantaquattro; la lanterna senza la palla è alta braccia trentasei,
la palla alta braccia quattro, la croce alta braccia otto; tutta la cupola da
terra insino alla sommità della croce è braccia dugentodue.

Ma tornando ad Arnolfo, dico che essendo tenuto, come era, eccellente,
s'era acquistato tanta fede, che niuna cosa d'importanza senza il suo

consiglio si deliberava; onde, il medesimo anno essendosi finito di fondar
dal comune di Firenze l'ultimo cerchio delle mura della città, come si disse
di sopra essersi già cominciato, e così i torrioni delle porte, ed in gran parte
tirati inanzi, diede al palazzo de' Signori principio, e disegno, a simiglianza
di quello che in Casentino aveva fatto Lapo suo padre ai Conti di Poppi. Ma

non potette già, come che magnifico e grande lo disegnasse, dargli quella
perfezzione che l'arte ed il giudizio suo richiedevano; perciò che essendo
state disfatte e mandate per terra le case degli Uberti, rubelli del popolo

fiorentino e Ghibellini, e fattone piazza, potette tanto la sciocca caparbietà
d'alcuni, che non ebbe forza Arnolfo, per molte ragioni che allegasse, di far
sì, che gli fusse conceduto almeno mettere il palazzo in isquadra, per non
aver voluto chi governava, che in modo nessuno il palazzo avesse i
fondamenti in sul terreno degli Uberti rebelli; e piuttosto comportarono che

si gettasse per terra la navata di verso tramontana di S. Piero Scheraggio,
che lasciarlo fare in mezzo della piazza con le sue misure: oltre che volsono
ancora che si unisse et accomodasse nel palazzo la torre de' Foraboschi

chiamata la torre della Vacca, alta cinquanta braccia, per uso della
campana grossa, et insieme con essa alcune case comperate dal Comune
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