Page 1253 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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vite di certi prìncipi, se ne tornò a Roma, dove, se bene arebbe potuto
vivere d'uffici e d'entrate e servire il cardinale Ippolito de' Medici et il nuovo
pontefice Paulo Terzo, si risolvé a rimpatriarsi e tornare a Udine. Il quale
pensiero avendo messo ad effetto, si tornò a stare nella patria con quel

suo fratello a cui avea dato il canonicato, con proposito di più non voler
adoperare pennelli. Ma neanche questo gli venne fatto, però che, avendo
preso donna et avuto figliuoli, fu quasi forzato dall'istinto che si ha
naturalmente d'allevare e lasciare benestanti i figliuoli, a rimettersi a

lavorare.
Dipinse dunque a' prieghi del padre del cavalier Giovan Francesco di

Spilimbergo un fregio d'una sala pieno di festoni, di putti, di frutte et altre
fantasie, e dopo adornò di vaghi stucchi e pitture la capella di Santa Maria
di Civitale, et ai canonici del Duomo di quel luogo fece due bellissimi
stendardi, et alla Fraternita di Santa Maria di Castello in Udine dipinse in

un ricco gonfalone la Nostra Donna col Figliuolo in braccio et un Angelo
graziosissimo che gli porge il castello, che è sopra un monte nel mezzo
della città.

In Vinezia fece nel palazzo del patriarca d'Aquileia, Grimani, una bellissima
camera di stucchi e pitture, dove sono alcune storiette bellissime di mano
di Francesco Salviati.

Finalmente l'anno millecinquecento e cinquanta, andato Giovanni a Roma a

pigliare il Santissimo Giubileo a piedi e vestito da pellegrino poveramente
et in compagnia di gente bassa, vi stette molti giorni senz'essere
conosciuto da niuno. Ma un giorno andando a San Paulo, fu riconosciuto da
Giorgio Vasari, che in cocchio andava al medesimo perdono in compagnia
di Messer Bindo Altoviti suo amicissimo. Negò a principio Giovanni di esser

desso, ma finalmente fu forzato a scoprirsi et a dirgli che avea gran
bisogno del suo aiuto appresso al Papa per conto della sua pensione che
aveva in sul Piombo, la quale gli veniva negata da un fra' Guglielmo

scultore genovese, che aveva quell'ufficio avuto dopo la morte di fra'
Bastiano. Della qual cosa parlando Giorgio al Papa, fu cagione che l'obligo
si rinovò e poi si trattò di farne permuta in un canonicato d'Udine per un
figliuolo di Giovanni; ma essendo poi di nuovo aggirato da quel fra'
Guglielmo, se ne venne Giovanni da Udine a Firenze, creato che fu papa

Pio, per essere da sua eccellenza appresso quel Pontefice, col mezzo del
Vasari, aiutato e favorito.

Arrivato dunque a Firenze fu da Giorgio fatto conoscere a sua eccellenza
illustrissima, con la quale andando a Siena e poi di lì a Roma, dove andò
anco la signora duchessa Leonora, fu in guisa dalla benignità del Duca

aiutato, che non solo fu di tutto quello disiderava consolato, ma dal
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