Page 1262 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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ufficii, a Battista et all'Amannato fu dato cura, essendo fatti di quella
brigata, di far la scena et alcune storie et ornamenti di pitture, le quali
condusse Battista, con alcune statue che fece l'Amannato, tanto bene, che
ne fu sommamente lodato. Ma perché la molta spesa in quel luogo

superava l'entrata, furono forzati Messer Giovann'Andrea e gl'altri levare la
prospettiva e gl'altri ornamenti di Santo Apostolo e condurgli in strada
Giulia nel tempio nuovo di S. Biagio, dove avendo Battista di nuovo
accommodato ogni cosa, si recitarono molte comedie con incredibile

sodisfazione del popolo e cortigiani di Roma, e di qui poi ebbono origine i
comedianti che vanno attorno chiamati i Zanni.

Dopo queste cose venuto l'anno 1550, fece Battista insieme con Girolamo
Seciolante da Sermoneta, al cardinale di Cesis nella facciata del suo
palazzo, un'arme di papa Giulio III stato creato allora nuovo pontefice, con
tre figure et alcuni putti che furono molto lodate. E quella finita, dipinse

nella Minerva, in una capella stata fabricata da un canonico di S. Piero e
tutta ornata di stucchi, alcune storie della Nostra Donna e di Gesù Cristo in
uno spartimento della volta, che furono la miglior cosa che insino allora
avesse mai fatto. In una delle due facciate dipinse la Natività di Gesù

Cristo con alcuni pastori et Angeli che cantano sopra la capanna, e
nell'altra la Resurrezione di Cristo con molti soldati in diverse attitudini
d'intorno al sepolcro, e sopra ciascuna delle dette storie in certi mezzi tondi
fece alcuni profeti grandi e finalmente, nella facciata dell'altare, Cristo

crucifisso, la Nostra Donna, S. Giovanni, S. Domenico et alcun'altri Santi
nelle nicchie, ne' quali tutti si portò molto bene e da maestro eccellente.
Ma perché i suoi guadagni erano scarsi e le spese di Roma sono
grandissime, dopo aver fatto alcune cose in tela, che non ebbono molto

spaccio, se ne tornò, pensando nel mutar paese anco fortuna, a Vinezia
sua patria, dove mediante quel suo bel mo' di disegnare fu giudicato
valentuomo; e pochi giorni dopo datogli a fare per la chiesa di S. Francesco
della Vigna, nella capella di Monsignor Barbaro, eletto patriarca d'Aquileia,

una tavola a olio, nella quale dipinse S. Giovanni che battezza Cristo nel
Giordano, in aria Dio Padre, a basso due putti che tengono le vestimenta di
esso Cristo, e negli angoli la Nunziata, et a' piè di queste figure finse una
tela sopraposta con buon numero di figure piccole et ignude, cioè d'angeli,

demonii et anime in purgatorio, e con un motto che dice: "In nomine Iesu
omne genuflectatur". La qual opera, che certo fu tenuta molto buona,
gl'acquistò gran nome e credito, anzi fu cagione che i frati de' zoccoli, i
quali stanno in quel luogo et hanno cura della chiesa di S. Iobbe in

Canareio, gli facessero fare in detto S. Iobbe, alla capella di Ca' Foscari,
una Nostra Donna che siede col Figliuolo in collo, un S. Marco da un lato,
una Santa dall'altro et in aria alcuni Angeli che spargono fiori. In S.
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