Page 1288 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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tirata molto innanzi la sepoltura del Sanazzaro et abbozzato il marmo
dell'Ercole, se ne venne con esso a Firenze, dove con molta prestezza e
studio lo condusse a tal termine, che poco arebbe penato a fornirlo del
tutto, se avesse seguitato di lavorarvi; ma essendo uscita una voce che il

marmo a gran pezza non riusciva opera perfetta come il modello e che il
frate era per averne difficultà a rimettere insieme le gambe dell'Ercole che
non riscontravano col torso, Messer Pierfrancesco Riccio maiordomo, che
pagava la provisione al frate, cominciò, lasciandosi troppo più volgere di

quello che doverebbe un uomo grave, ad andare molto ratenuto a
pagargliela, credendo troppo al Bandinello che con ogni sforzo pontava
contro a colui, per vendicarsi dell'ingiuria che parea che gl'avesse fatto di
aver promesso voler fare la statua del Doria, disobligato che fusse dal

Duca. Fu anco openione che il favore del Tribolo, il quale faceva
gl'ornamenti di Castello, non fusse d'alcun giovamento al frate, il quale,
comunche si fusse, vedendosi essere bistrattato dal Riccio, come collerico e
sdegnoso, se n'andò a Genova, dove dal cardinale Doria e dal principe gli

fu allogata la statua di esso principe che dovea porsi in sulla piazza Doria;
alla quale avendo messo mano senza però intralasciare del tutto l'opera
del Sanazzaro, mentre il Tadda lavorava a Carrara il resto degl'intagli e del
quadro, la finì con molta sodisfazione del principe e de' genovesi. E se bene

la detta statua era stata fatta per dovere essere posta in sulla piazza
Doria, fecero nondimeno tanto i genovesi, che a dispetto del frate ella fu
posta in sulla piazza della Signoria, non ostante che esso frate dicesse che
avendola lavorata perché stesse isolata sopra un basamento, ella non

poteva star bene, né avere la sua veduta a canto a un muro. E per dire il
vero non si può far peggio che mettere un'opera fatta per un luogo in un
altro; essendo che l'artefice nell'operare si va quanto ai lumi e le vedute
accomodando al luogo dove dee essere la sua o scultura o pittura

collocata. Dopo ciò vedendo i genovesi e piacendo molto loro le storie et
altre figure fatte per la sepoltura del Sanazzaro, vollono che il frate facesse
per la loro chiesa catedrale un San Giovanni Evangelista, che finito,
piacque loro tanto, che ne restarono stupefatti.

Da Genova partito finalmente fra' Giovann'Agnolo andò a Napoli dove nel
luogo già detto mise su la sepoltura detta del Sanazzaro, la quale è così

fatta: in sui canti da basso sono due piedistalli, in ciascuno de' quali è
intagliata l'arme di esso Sanazzaro, e nel mezzo di questi è una lapide di
braccia uno e mezzo, nella quale è intagliato l'epitaffio che Iacopo stesso si
fece, sostenuto da due puttini; di poi sopra ciascuno dei piedistalli è una

statua di marmo tonda a sedere, alta quattro braccia, cioè Minerva et
Apollo, et in mezzo a queste fra l'ornamento di due mensole, che sono dai
lati, è una storia di braccia due e mezzo per ogni verso, dentro la quale
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