Page 1383 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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che m'è commesso da' miei superiori e dal Papa". Dispiacque questo atto a
Michelagnolo, e parendogli il contrario di quello che aveva provato innanzi,
sdegnato rispose al palafrenieri del Papa, che gli dicessi che da qui innanzi
quando lo cercava Sua Santità essere ito altrove, e tornato alla stanza a

due ore di notte montò in sulle poste lasciando a due servitori che
vendessino tutte le cose di casa ai giudei e lo seguitassero a Fiorenza dove
egli s'era avviato. Et arrivato a Poggibonzi, luogo sul fiorentino, sicuro si
fermò, né andò guari che cinque corrieri arrivorono con le lettere del Papa

per menarlo indietro, che né per preghi, né per la lettera che gli
comandava che tornasse a Roma sotto pena della sua disgrazia, al che fare
non volse intendere niente: ma i prieghi de' corrieri finalmente lo svolsono
a scrivere due parole in risposta a Sua Santità, che gli perdonassi che non

era per tornare più alla presenzia sua, poiché l'aveva fatto cacciare via
come un tristo, e che la sua fedel servitù non meritava questo, e che si
provedessi altrove di chi lo servissi.

Arrivato Michelagnolo a Fiorenza, attese a finire in tre mesi che vi stette il
cartone della sala grande, che Pier Soderini gonfaloniere desiderava che lo
mettessi in opera. Imperò venne alla Signoria in quel tempo tre brevi che

dovessino rimandare Michelagnolo a Roma; per il che egli veduto questa
furia del Papa, dubitando di lui ebbe, secondo che si dice, voglia di
andarsene in Gostantinopoli a servire il Turco per mezzo di certi frati di San
Francesco, che desiderava averlo per fare un ponte che passassi da

Gostantinopoli a Pera. Pure, persuaso da Pier Soderini allo andare a trovare
il Papa, ancor che non volessi, come persona publica per assicurarlo con
titolo d'imbasciadore della città, finalmente lo raccomandò al cardinale
Soderini suo fratello, che lo introducessi al Papa, [e] lo inviò a Bologna

dove era già di Roma venuto Sua Santità. Dicesi ancora in altro modo
questa sua partita di Roma: che il Papa si sdegnassi con Michelagnolo, il
quale non voleva lasciar vedere nessuna delle sue cose, e che avendo
sospetto de' suoi dubitando come fu più d'una volta che vedde quel che

faceva travestito a certe occasioni che Michelagnolo non era in casa o al
lavoro, e perché corrompendo una volta i suo' garzoni con danari per
entrare a vedere la cappella di Sisto suo zio, che gli fé dipignere come si
disse poco innanzi, e che nascostosi Michelagnolo una volta perché egli

dubitava del tradimento de' garzoni, tirò con tavole nell'entrare il Papa in
cappella, che non pensando chi fussi, lo fece tornare fuora a furia. Basta
che o nell'uno modo o nell'altro, egli ebbe sdegno col Papa, e poi paura,
che se gli ebbe a levar dinanzi.

Così arrivato in Bologna, né prima trattosi gli stivali che fu da' famigliari del

Papa condotto da Sua Santità, che era nel palazzo de' Sedici,
accompagnato da uno vescovo del cardinale Soderini, perché essendo
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