Page 1386 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
P. 1386





andò dal Papa e gli disse che quel ponte non stava bene, e che Bramante
non l'aveva saputo fare; il quale gli rispose in presenzia di Bramante che lo
facessi a modo suo. Così ordinò di farlo sopra i sorgozoni che non toccassi il
muro, che fu il modo che ha insegnato poi et a Bramante et agli altri di

armare le volte e fare molte buone opere. Dove egli fece avanzare a un
povero uomo legnaiuolo che lo rifece tanto di canapi, che vendutogli
avanzò la dote per una sua figliuola, donandogliene Michelagnolo. Per il
che messo mano a fare i cartoni di detta volta, dove volse ancora il Papa

che si guastassi le facciate che avevano già dipinto al tempo di Sisto i
maestri innanzi a lui, e fermò che per tutto il costo di questa opera avessi
quindici mila ducati, il quale prezzo fu fatto per Giuliano da San Gallo. Per il
che sforzato Michelagnolo dalla grandezza della impresa a risolversi di

volere pigliare aiuto, e mandato a Fiorenza per uomini e deliberato
mostrare in tal cosa che quei che prima v'avevano dipinto dovevano essere
prigioni delle fatiche sue, volse ancora mostrare agli artefici moderni come
si disegna e dipigne. Laonde il suggetto della cosa lo spinse a andare tanto

alto per la fama e per la salute dell'arte, che cominciò e finì i cartoni, e
quella volendo poi colorire a fresco e non avendo fatto più, vennero da
Fiorenza in Roma alcuni amici suoi pittori, perché a tal cosa gli porgessero
aiuto et ancora per vedere il modo del lavorare a fresco da loro, nel qual

v'erano alcuni pratichi, fra i quali furono il Granaccio, Giulian Bugiardini,
Iacopo di Sandro, l'Indaco vecchio, Agnolo di Domenico et Aristotile, e dato
principio all'opera, fece loro cominciare alcune cose per saggio. Ma veduto
le fatiche loro molto lontane dal desiderio suo e non sodisfacendogli, una

mattina si risolse gettare a terra ogni cosa che avevano fatto. E rinchiusosi
nella cappella non volse mai aprir loro, né manco in casa, dove era, da essi
si lasciò vedere. E così da la beffa, la quale pareva loro che troppo durasse,
presero partito, e con vergogna se ne tornarono a Fiorenza. Laonde

Michelagnolo, preso ordine di far da sé tutta quella opera, a bonissimo
termine la ridusse con ogni sollecitudine di fatica e di studio; né mai si
lasciava vedere per non dare cagione che tal cosa s'avesse a mostrare;
onde negli animi delle genti nasceva ogni dì maggior desiderio di vederla.

Era papa Giulio molto desideroso di vedere le imprese che e' faceva, per il
che di questa che gli era nascosa venne in grandissimo desiderio; onde

volse un giorno andare a vederla e non gli fu aperto, ché Michelagnolo non
averebbe voluto mostrarla. Per la qual cosa nacque il disordine, come s'è
ragionato, che s'ebbe a partire di Roma, non volendo mostrarla al Papa;
che secondo che io intesi da lui per chiarir questo dubbio, quando e' ne fu

condotta il terzo, la gli cominciò a levare certe muffe traendo tramontano
una invernata. Ciò fu cagione che la calce di Roma, per essere bianca fatta
di trevertino, non secca così presto, e mescolata con la pozzolana, che è di
   1381   1382   1383   1384   1385   1386   1387   1388   1389   1390   1391