Page 1387 - Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti_ 9 (Classici) (Italian Edition)
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color tanè, fa una mestica scura, e quando l'è liquida, aquosa, e che 'l muro
è bagnato bene, fiorisce spesso nel seccarsi; dove che in molti luoghi
sputava quello salso umore fiorito, ma col tempo l'aria lo consumava. Era
di questa cosa disperato Michelagnolo, né voleva seguitare più, e

scusandosi col Papa che quel lavoro non gli riusciva, ci mandò Sua Santità
Giuliano da San Gallo, che dettogli da che veniva il difetto, lo confortò a
seguitare e gli insegnò a levare le muffe. Là dove condottola fino alla
metà, il Papa, che v'era poi andato a vedere alcune volte per certe scale a

piuoli aiutato da Michelagnolo, volse che ella si scoprissi, perché era di
natura frettoloso et impaziente, e non poteva aspettare ch'ella fussi
perfetta et avessi avuto, come si dice, l'ultima mano.

Trasse subito che fu scoperta tutta Roma a vedere, et il Papa fu il primo,
non avendo pazienzia che abassassi la polvere per il disfare de' palchi.
Dove Raffaello da Urbino, che era molto eccellente in imitare, vistola mutò

subito maniera, e fece a un tratto per mostrare la virtù sua i Profeti e le
Sibille dell'opera della Pace, e Bramante allora tentò che l'altra metà della
cappella si desse dal Papa a Raffaello. Il che inteso Michelagnolo si dolse di
Bramante e disse al Papa senza avergli rispetto molti difetti, e della vita, e

delle opere sue d'architettura, che come s'è visto poi, Michelagnolo nella
fabbrica di San Piero n'è stato correttore. Ma il Papa, conoscendo ogni
giorno più la virtù di Michelagnolo, volse che seguitasse, e veduto l'opera
scoperta, giudicò che Michelagnolo l'altra metà la poteva migliorare assai.

E così del tutto condusse alla fine perfettamente in venti mesi da sé solo
quell'opera senza aiuto pure di chi gli macinassi i colori. Èssi Michelagnolo
doluto talvolta che per la fretta che li faceva il Papa e' non la potessi finire
come arebbe voluto a modo suo, dimandandogli il Papa importunamente

quando e' finirebbe; dove una volta fra l'altre gli rispose che ella sarebbe
finita "quando io arò satisfatto a me nelle cose dell'arte": "E noi vogliamo",
rispose il Papa, "che satisfacciate a noi nella voglia che aviamo di farla
presto"; gli conchiuse finalmente che se non la finiva presto, che lo farebbe

gettare giù da quel palco. Dove Michelagnolo, che temeva et aveva da
temere la furia del Papa, finì subito senza metter tempo in mezzo quel che
ci mancava; e disfatto il resto del palco, la scoperse la mattina d'Ognisanti
che 'l Papa andò in cappella a cantare la messa, con satisfazione di tutta

quella città. Desiderava Michelagnolo ritoccare alcune cose a secco, come
avevon fatto que' maestri vecchi nelle storie di sotto, certi campi, e panni,
et arie di azzurro oltramarino, et ornamenti d'oro in qualche luogo, acciò gli
desse più ricchezza e maggior vista; per che avendo inteso il Papa che ci

mancava ancor questo, desiderava, sentendola lodar tanto da chi l'aveva
vista, che la fornissi, ma perché era troppo lunga cosa a Michelagnolo rifare
il palco, restò pur così. Il Papa vedendo spesso Michelagnolo gli diceva:
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